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Bambole e trenini Il paradiso dei bambini

La mostra «I giocattoli di Santa Lucia» nella Sala dei Centomila a Velo: uno dei primi trenini
La mostra «I giocattoli di Santa Lucia» nella Sala dei Centomila a Velo: uno dei primi trenini
La mostra «I giocattoli di Santa Lucia» nella Sala dei Centomila a Velo: uno dei primi trenini
La mostra «I giocattoli di Santa Lucia» nella Sala dei Centomila a Velo: uno dei primi trenini

Il paradiso dei bambini, e per chi lo è stato, è a Velo nella Sala dei Centomila, messa a disposizione dall’associazione Le Falìe per l’esposizione «I giocattoli di santa Lucia», in realtà la collezione quarantennale di Carmine Lino Battista che l’ha creata girando i mercatini di antiquariato di tutta Europa. Si entra e si ha l’impressione davvero di aspettarsi a momenti la comparsa della santa con la sua gerla o di Babbo Natale con la sua slitta: qui c’è quanto i bambini di tutto il mondo hanno sognato e qualche fortunato anche ricevuto da fine Ottocento agli anni Sessanta del Novecento. Purtroppo non si tratta di bontà, come nelle favole, ma di soldi «perché effettivamente questi giocattoli erano molto costosi e destinati a figli di famiglie facoltose», ammette il collezionista, mosso da un’amore smisurato per il bello, l’antico e anche dalla voglia di avere da grande quello che da piccolo non poteva neanche sognare. La sua passione per le «macchine parlanti» che lo ha fatto conoscere come collezionista di centinaia di fonografi, grammofoni, organetti, tutti restaurati e funzionanti, si è trasferita con altrettanto entusiasmo anche sui giocattoli che ora ha messo in mostra in occasione dello spettacolo Lùssia che Alessandro Anderloni e Le Falìe programmano nel vicino teatro Orlandi. Ci sono i primi cartoni animati che hanno dato il nome al genere: dei dischi di carta su cui sono disegnate scene diverse e che fatti girare e guardati attraverso una fessura rendono l’idea del movimento. Immancabili i trenini di latta ancora con la carica a molla e la prima spider a energia elettrica: un’automobilina che si muove autonoma e dà perfino alla passeggera lo spunto per uno scatto fotografico con flash. C’è la prima bambola parlante, già ultracentenaria perché del 1890, con un micro fonografo all’interno, realizzata in cartapesta impastata con gesso e crine di cavallo. Non mancano i carillon, i giradischi ancora con i dischi di carta ma dal suono straordinario; proiettori per vetrini che i cantastorie usavano per accompagnare i racconti con le immagini. La particolarità è che i vetrini sono tutti disegnati e colorati a mano e le lanterne magiche per le proiezioni vanno dai primi esemplari a candela a quelli con lampada a petrolio, fino ai più moderni con il collegamento elettrico fornito attraverso spinotti di legno. Prezioso il primo cofanetto con le storie originali di Mickey Mouse, il Topolino della Disney in diapositive, nuovo come fosse appena uscito di fabbrica. Un gioco che farà restare a bocca aperta le bambine è un bauletto da viaggio per bambole con tutto il corredo per cambiarle d’abito, perfino una piccola macchina per cucire eventuali rattoppi o creare nuovi abiti. Immancabili i cavalli a dondolo in cartapesta o legno, teatrini per burattini e marionette, un triciclo e un’automobile a pedali, entrambi in ferro, salvatisi miracolosamente dalle requisizioni di guerra, e tanti giocattoli in latta, tutti restaurati e rimessi in funzione. Una passione nata 45 anni fa e che non accenna a diminuire: «Compenso quello che non ho avuto da piccolo e che ho sempre desiderato. Quando li trovo li compero», ammette Battista che ora è felice di regalare a tutti il sogno di un gioco mai avuto. La mostra è aperta tutti i giorni fino al 19 agosto dalle 16.30 alle 19.30 e fino alle 21 nelle serate di spettacolo. La domenica e i giorni festivi l’apertura è anche mattutina dalle 10.30 alle 12.30 e l’ingresso è gratuito. •

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