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Alessandro Anderloni ritorna
tra i Caduti del monumento

Il restaurato monumento ai Caduti a Roverè FOTO AMATO
Il restaurato monumento ai Caduti a Roverè FOTO AMATO
Il restaurato monumento ai Caduti a Roverè FOTO AMATO
Il restaurato monumento ai Caduti a Roverè FOTO AMATO

Torna sul monumento ai caduti di Roverè, il secondo più antico della provincia dopo quello di Campofontana, inaugurato il 31 luglio 1921, il nome di Alessandro Anderloni, il disertore a cui l’omonimo regista di Velo ha dedicato nel 2009 il dramma Al disertore interpretato da Le Falìe.

Cogliendo l’occasione del restauro e della sistemazione dell’area, il gruppo Alpini ha voluto riportare sul monumento il nome di Anderloni la cui vicenda umana e personale rappresentò una triste pagina della nostra storia.

Anderloni era nato a Velo l’ 1 settembre 1881, figlio di Angelo e di Maria Xumerle, era stato migrante per lavoro in Svizzera e Germania e aveva sposato Maria Lucilla Xumerle di Roverè: dal loro matrimonio nacque nel 1911 la figlia Onesta, ma la madre morì tre anni dopo. Quando Alessandro fu richiamato alle armi l’8 maggio 1915, affidò la figlia a dei parenti. Assegnato in zona bellica, il 28 settembre 1916 si allontanò dal reparto e fu denunciato al Tribunale militare di guerra. Passato l’inverno da imboscato, fu intercettato il 7 marzo 1917 in contrada Negri presso San Rocco di Piegara, frazione di Roverè, dove probabilmente era nascosto per poter incontrare la figlia e i familiari. Nel fuggire all’arresto fu colpito da un colpo di rivoltella sparato dai carabinieri che lo dovevano arrestare. Trasferito in ospedale a Verona, morì alle sei del mattino del giorno dopo.

Il suo nome, prima scritto e poi scalpellato via dal monumento da una squadraccia fascista salita da Verona, è ora tornato al suo posto grazie all’impegno degli alpini e di un gruppo di volontari che stanno lavorando al restauro. Lo scultore Luigi Scardoni ha preparato e collocato sul posto il nome inserito alla fine della lista dei Caduti. Su progetto dell’architetto Antonio Trevisani, e con il finanziamento dell’amministrazione comunale che ha deciso di intervenire anche sull’area esterna del monumento, sono cominciati i lavori che verranno inaugurati in autunno.

È stata tolta la cancellata che separava l’area monumentale dalla piazza e ridotta di dimensioni solo per la zona esclusiva del monumento, con una nuova opera artistica del maestro del ferro battuto Enrico Faccio. La parte più caratteristica della vecchia cancellata, con i fregi e i simboli viene recuperata e collocata sulla facciata nord del municipio, vicino all’ingresso. Ripulite l’asta della bandiera e la lampada in ferro che era priva di illuminazione. Nei lavori è stata recuperata una cassetta delle elemosine di cui si era perso il ricordo e che conteneva 99 piccole monete datate dagli anni Venti agli anni Settanta.

Grazie alle ricerche di Dario Graziani, che ricostruì la vicenda del disertore, e di Anselmo Aganetti, si sta preparando un opuscolo che racconterà la storia del monumento, realizzato dallo scultore Augusto Bellomi e dai suoi figli, e si approfitterà per correggere alcune date e inserire nomi di Caduti dimenticati, come Marcellino Tregnaghi e Giuliano Dal Maso.

«L’intervento di pulizia e manutenzione è fatto per celebrare l’anniversario della Grande guerra», spiega Fabrizio Pomari, capogruppo degli alpini di Roverè, «ma quello che più ci interessa, è di rendere questo posto un luogo vivo, meno isolato dal resto del paese. Di qui l’idea di una ringhiera più ristretta, che permetta a tutti di avvicinarsi di più al monumento. Era doveroso anche dare il proprio posto ad Alessandro Anderloni e ad altri compaesani che non erano in lista».

Vittorio Zambaldo

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