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A cavallo sulle Alpi per ascoltare storie di lupi

Paola Giacomini e la cavalla Isotta Raminga ai Parpari
Paola Giacomini e la cavalla Isotta Raminga ai Parpari
Paola Giacomini e la cavalla Isotta Raminga ai Parpari
Paola Giacomini e la cavalla Isotta Raminga ai Parpari

Un viaggio a cavallo lungo 51 tappe, 2.171 chilometri, durato 87 giorni, 79 di marcia e otto di sosta con una media di 1.500 metri di dislivello al giorno, per ascoltare il respiro dei lupi, per capire come sia cambiata la montagna con il ritorno del grande predatore. Non è un’impresa, ma una meditazione che ora è anche un libro Sentieri da lupi (Blue Edizioni, 248 pagine con un ottavo di foto a colori, 26 euro), scritto da Paola Giacomini, 38 anni, torinese laureata in agraria, che ha compiuto l’itinerario grazie a Isotta Raminga, una cavalla Haflinger araba di 24 anni, cieca dall'occhio destro per colpa di un calcio ricevuto da un cavallo. Presenterà il volume questa sera alle 18.30 alla restaurata batteria di Scarpa in via San Zeno in Monte, di fronte al civico 21/B a Verona, in una serata promossa da Legambiente. Paola e Isotta hanno avuto per tetto il cielo, camminando per prati e pascoli, ma anche sentieri di roccia dura come il loro carattere e il tema che di cui hanno voluto capire e raccontare: «Il viaggio attraverso le Alpi a cavallo, partendo dallo Slovenia dove è nato e da dove è partito Slavc prima di incontrare la sua Giulietta in Lessinia, si è concluso a Entracque, nel parco delle Alpi Marittime abbracciando l’intera catena, una scusa per raccontare i cambiamenti dovuti al ritorno del lupo, ai problemi molto simili che deve affrontare e risolvere un pastore sloveno e uno francese, soggetti a leggi molto diverse», spiega Paola. OGNI TAPPA è occasione per incontrare luoghi e persone, per sentire la presenza dei lupi nei dialoghi, per capire con quanta differenza a volte si guardi la stessa realtà, quanto sia difficile mettersi nei panni gli uni degli altri, riconoscere le fatiche e vivere con empatia un tema che divide. Eppure il lupo, con la sua dispersione, ha finora unito quello che da secoli era irrimediabilmente allontanato, e il mondo scientifico ha guardato con stupore, meraviglia e ammirazione all’incontro fra Slavc, l’esemplare balcanico-dinarico e Giulietta, la lupa di ceppo italico che lo ha incontrato in Lessinia alla fine dell’inverno del 2012, costituendo da allora il primo branco stabile del Nordest. Del diario che Paola ha tenuto di quei giorni e del libro che ne è nato, il bivacco ai Parpari, senza telo sotto il cielo stellato è forse la pagina più poetica: «Al risveglio ci sono sette o otto mucche, con le loro campane, in cerchio intorno al mio sacco a pelo che mi guardano incuriosite. In uno spazio lasciato libero dalle padrone di casa c’è anche Isotta. Quando mi alzo loro se ne vanno tranquille, con l’aria di commentare: “Ma era solo una persona!”. Non hanno sfiorato nemmeno un calzino. Credo che questo bivacco non se lo dimenticherà mai neanche Isotta». Nel libro entrano le storie di pastori, di biologi, di guardiaparco, di forestali, di turisti, di famiglie che hanno scelto di vivere e lavorare in montagna in uno stile di vita che avvicina alla natura e a Dio: ci sono le idee e le opinioni di tutti perché Paola e Isotta oltre a saper camminare in solitudine, sanno anche ascoltare e capire. Nell’incontro con Erico Camanni, scrittore e alpinista, nasce la riflessione che Paola fa sua: «Siamo davvero in grado di dominare illimitatamente la terra? No, abbiamo già superato il limite. Il lupo ci pone la domanda ed è per questo che ci mette in difficoltà: da una parte la montagna è trasformata in periferia della città; dall’altra si vorrebbe trovare in montagna quello che la città ha già distrutto. Nessuno dei due mondi regge, occorre una terza via, uno sviluppo sostenibile per impedire che questo mondo ci venga addosso, con le alluvioni, le frane e anche con il lupo, con il selvatico che reclama il suo spazio». •

V.Z.

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