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«Reggo
la lentezza
andando
in auto»

Cristiano Fontana, vicesindaco di Bussolengo FOTO AMATO
Cristiano Fontana, vicesindaco di Bussolengo FOTO AMATO
Cristiano Fontana, vicesindaco di Bussolengo FOTO AMATO
Cristiano Fontana, vicesindaco di Bussolengo FOTO AMATO

«El fiol del Franco», Cristiano Fontana, fu nominato vicesindaco al posto di Daniele Lonardoni nel 2014. Le elezioni si tennero nel 2013. Meglio tardi, che mai. C’era da proseguire la tradizione di famiglia.

Il predecessore Giuseppe Simeoni, rappresentante del Comitato di Liberazione - che combattè i tedeschi e i fascisti a fianco degli angloamericani - amministrò il Comune dal 1945 al 1946.

Lei ricevette 93 preferenze. C’è chi ne ebbe quasi il doppio.

«La prossima volta, provi lei: c’erano sette candidati sindaci, quindici liste, 240 candidati consiglieri».

Papà Franco, noto nella vecchia e nuova Bussolengo, che fece?

«I parenti mi votarono. Anche i genitori dei 150 bambini dell’asilo di cui ero presidente. Adesso le due cariche sono incompatibili».

Che cosa successe a Lonardoni?

«Si dimetteva, disse, per motivi personali. Ex dirigente industriale, fu travolto, più probabilmente, dalla lentezza degli uffici pubblici rispetto agli uffici privati. Non c’entravano i dipendenti, ma le procedure».

La favola di Luis Sepulveda sulla lumaca è il riconoscimento sociale della lentezza da contrapporre alla velocità.

«Debbo chiudere le buche per strada: dall’approvazione della giunta comunale all’appalto dell’opera trascorre un anno. Indiscutibilmente, troppo».

Chissà per lo scrittore. Lei lavora per una società di assicurazioni americana; in precedenza, per una tedesca. Quei governanti e quei popoli non perdono tempo. Nemmeno Fontana, peraltro: 42 anni, una moglie, quattro figli, una casa, due cani.

«Siccome non sono sempre in municipio - percorro in automobile 60 mila chilometri l’anno - reggo maggiormente la lentezza della burocrazia. D’altronde, il mio stipendio nella società di assicurazioni è di 2.300 euro al mese. Se fossi in aspettativa, l’indennità di vicesindaco sarebbe di 980 euro al mese. Non basterebbero alla famiglia. Dunque, essendo vicesindaco a tempo parziale, l’indennità è di 490 euro al mese».

Tanto quanto una pensione. Insomma, anche lei arrotonda la busta paga. Bussolengo, però, ha 20mila abitanti. È tra i paesi più abitati e frequentati della provincia. Dovrebbe darsi da fare...

«Vorrei essere più presente. Nondimeno, complessivamente, dedico all’attività amministrativa almeno tre giorni la settimana. Un momento, ecco: questi sono gli appuntamenti sparpagliati nell’ agenda. Eppoi, sono il vicesindaco, non il sindaco. Ad essere indispensabile è Paola Boscaini, che siede davvero ogni giorno alla propria scrivania».

Fontana è delegato all’Innovazione tecnologica. Affretterà il passo?

«Ho cominciato. Nel 2013, i dipendenti comunali non potevano utilizzare liberamente Internet. Eppure, disponevano del proprio smartphone. Una contraddizione. Oggi, possono. Anzi, già da tre mesi. Senza l’autorizzazione dell’addetto informatico, la polizia municipale non poteva neanche archiviare con la chiavetta Usb le fotografie degli incidenti stradali. O spedire altre segnalazioni alla Prefettura».

Oibò. Siamo nel 2017!

«La lentezza… Nel 2013, c’erano macchinari e programmi risalenti a dieci anni prima. Entro un mese, il sito Internet municipale sarà adattato agli smartphone».

Se un dipendente comunale, identificandosi nella lumaca di Sepulveda, si avventurasse nei prati di Internet fino agli ultimi fili d’erba sul ciglio della strada (con le buche)?

«Non c’è più una lista dei siti Internet proibiti, ma dei siti Internet consentiti per esigenze, ovviamente, istituzionali. Certo, potrebbero interessarsi anche d’altro. La produttività non si quantifica con la timbratura del cartellino, ma con il servizio prestato ai cittadini. Il giudizio è riassunto nelle pagelle di ciascun dipendente comunale».

A proposito di pagelle, a Bussolengo o altrove. Ma è sopportabile che la conferma del funzionamento o meno dell’Innovazione tecnologia dipenda ancora dalle faccine - cioè dalle riproduzioni stilizzate delle espressioni umane - e dai questionari all’ingresso dei municipi?

«Anziché affidarsi al sito Internet, molti cittadini preferiscono recarsi agli sportelli. Difatti, oltre all’App Municipium, che ha 3.000 utenti, abbiamo avviato l’Ufficio relazioni con il pubblico, che ha visionato 890 istanze».

Le lumache trascineranno via anche me. Lei, intanto, si candiderà sindaco?

«Attenderò. Nel 2018, la Boscaini si ripresenterà. Potrei candidarmi consigliere».

Mi raccomando, faccia con calma. Vabbè le lumache, ma i gamberi... Sebbene il Comune non abbia la pagina Facebook in cui pavoneggiarsi, non vorrebbe indossare il Tricolore?

«Già metto la fascia quando celebro i matrimoni. Mi capita una decina di volte all’ anno, agli altri provvede la Boscaini. La comunità si consolida. Lei, quanti anni ha? E’ sposato? Ha figli?».

Ho 49 anni, una moglie, una figlia, una casa.

«Non ha la mia media».

Ahi! Ahi! Che sia io, la lumaca?

Stefano Caniato

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