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«Non si può dividere
per dare contentini»

«Le affermazioni di Bassi sull’Orlandi di Bussolengo sono assolutamente fuorvianti. Bisogna rendersi conto che due mezzi ospedali non ne fanno uno intero: c’è il rischio di esporre a trattamenti inadeguati e intempestivi sia i pazienti che gli operatori di Bussolengo e Villafranca. Inoltre Bassi dovrebbe sapere che la cosiddetta “week surgery” non si può fare senza il reparto di rianimazione. Farebbe meglio a parlare con chi la sanità la vive ogni giorno sul campo e sa che cosa significa non garantire un servizio di eccellenza adeguato agli standard europei»: lo dice Orietta Salemi, vice capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, replicando a sua volta all’esponente del Centro Destra Veneto. «La modifica alle schede ospedaliere accompagnata da un’adeguata pianificazione dei servizi territoriali non può restare al palo. Mi pare che nessuno dei poli a due gambe esistenti in Veneto sia così piccolo come Bussolengo e Villafranca, che avrebbe circa 180 posti divisi a metà. Il problema è che non si può dividere un ospedale per dare un contentino a tutti. Bussolengo necessita di ulteriori lavori strutturali, non ha senso mantenerlo come ricovero per acuti, mentre Villafranca è un ospedale nuovo su cui sono stati investiti molti soldi pubblici. Quello che ha distrutto e distrugge Bussolengo è la sfiducia degli utenti, generata dall’insicurezza sul futuro, perché manca una programmazione a medio termine, con conseguente fuga dei professionisti dall’Orlandi». «Anche la motivazione legata alle presenze turistiche ribadita da Bassi non regge», conclude Salemi. «A loro è sufficiente un servizio di guardia medica perché per le patologie più gravi, è assodato, preferiscono curarsi a casa».

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