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Il tempo pieno non ha posto per tutti gli alunni

Uno scuolabus davanti alla scuola elementare Giulio Ceroni nel quartiere Ricamificio
Uno scuolabus davanti alla scuola elementare Giulio Ceroni nel quartiere Ricamificio
Uno scuolabus davanti alla scuola elementare Giulio Ceroni nel quartiere Ricamificio
Uno scuolabus davanti alla scuola elementare Giulio Ceroni nel quartiere Ricamificio

Scoppia a San Giovanni Lupatoto la grana delle iscrizioni alla scuola a tempo pieno per il prossimo anno scolastico. Ventisette alunni residenti in paese sono al momento esclusi dalla frequenza di questo tipo di scuola perché le classi (delle scuole elementari) sono complete e non è possibile attivare nuovi sezioni. I corsi «a tempo pieno» sono da tempo offerti da dieci classi (due sezioni che vanno dalla prima alla quinta) della scuola Giulio Ceroni del quartiere Ricamificio, che appartiene all’Istituto comprensivo 1, e da una sezione (cinque classi) della scuola Antonio Cesari di via Trieste, che appartiene all’Ic2. Questo tipo di corsi è caratterizzato dalla frequenza delle lezioni dalle 8 alle 16 dal lunedì al venerdì. L’azione educativa rivolta agli alunni e la loro custodia è quindi assicurata dalla scuola per gran parte della giornata e ciò è apprezzato da molte famiglie dove entrambi i genitori lavorano. La decisione dei due istituti comprensivi di non assegnare 27 bambini alle classi che praticano il tempo pieno a causa dell’eccesso di richieste di iscrizione ha scatenato le proteste delle famiglie escluse. Lo scontento è traboccato anche sulle pagine locali dei social media. «È un grave disagio che a San Giovanni Lupatoto le scuole primarie non siano in grado di soddisfare la sempre più crescente richiesta di tempo pieno, escludendo ben 27 domande, sebbene residenti e appartenenti al comprensorio, con metodi e criteri alquanto discutibili» ha scritto un genitore nel suo post. «Per questo diniego ventisette famiglie sono costrette a cercare soluzioni a pagamento o saranno obbligate a rivolgersi alle scuole dei paesi limitrofi, cosa che dovrebbe lasciare l'amaro in bocca in primis chi guida il nostro paese», ha commentato il genitore. Il post ha scatenato una ridda di commenti negativi e di condanna inducendo all’intervento pubblico Debora Lerin, assessore comunale all’istruzione: «La situazione degli esuberi nelle scuole a tempo pieno è argomento ben noto all’amministrazione comunale. La gestione degli orari delle scuole non dipende da decisioni comunali, bensì dal ministero nelle sue articolazioni territoriali. Sono scelte dettate da diversi fattori, come le risorse finanziarie e la disponibilità degli insegnanti. Non incide invece sull’attivazione di corsi a tempo pieno la disponibilità di aule, che a San Giovanni sono adeguate». PROSEGUE L’ASSESSORE Lerin: «Il Comune non può interferire nelle scelte, potendo semmai sensibilizzare le direzioni scolastiche. A tal fine intendo organizzare nel corso della prossima settimana i genitori dei bambini che non hanno trovato possibilità di iscriversi al tempo pieno, ovviamente dopo aver ricevuto ogni informazione utile da parte di entrambe le direzioni scolastiche». Abbiamo interpellato i dirigenti scolastici degli Ic1 e Ic2, rispettivamente i professori Roberto Scartezzini ed Erica Baldelli. «Per quanto riguarda il tempo pieno delle scuole Ceroni, c'era un esubero di 12 iscritti residenti nel nostro territorio di competenza», dichiara Scartezzini. «Ai cosiddetti soprannumerari è stato offerto un tempo scuola sul modello della scuola Cangrande, con due pomeriggi di rientro e la possibilità di accedere ai servizi della cooperativa di educatori, che già opera in convenzione col nostro istituto, per eventuali altri pomeriggi. Ovvio che ciò ha un costo che non può essere a carico della scuola». Dice la preside Baldelli: «È vero che quest'anno a San Giovanni è emersa l'esigenza di avere una classe in più a tempo pieno, e che ci sarebbero stati i numeri per formare tale classe. L'Ic2, appena ha avuto i numeri definitivi, ha subito chiamato l'Ufficio scolastico provinciale chiedendo se si poteva attivare una classe in più a tempo pieno. La risposta fornita dai funzionari è stata che non è possibile attivare per l’anno prossimo, su base provinciale, un numero di classi superiore a quelle del corrente anno. Ci hanno anche detto che solo ad aprile si sarebbe saputo se c'era la possibilità di attivare nuove classi. Abbiamo avvisato le famiglie una per una e illustrato le alternative». •

Renzo Gastaldo

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