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Cambiamento e partecipazione al ballottaggio

I  candidati Paola Boscaini e Roberto Brizzi in studio a TeleArena con il direttore Mario Puliero FOTO AMATO
I candidati Paola Boscaini e Roberto Brizzi in studio a TeleArena con il direttore Mario Puliero FOTO AMATO
I  candidati Paola Boscaini e Roberto Brizzi in studio a TeleArena con il direttore Mario Puliero FOTO AMATO
I candidati Paola Boscaini e Roberto Brizzi in studio a TeleArena con il direttore Mario Puliero FOTO AMATO

L’una sferra l’attacco, l’altro evita i colpi (o le risposte). «Mettiamo un po’ di veleno», dice il conduttore. «Mi pare di averlo fatto», dice lei. «Per carità non voglio litigare», risponde lui. Botta e risposta misurato ieri sera alla trasmissione Oltre il Tg di TeleArena, condotta dal direttore Mario Puliero che ha tentato invano di mettere un po’ di pepe all’ultimo confronto (e unico, visto i tentativi andati a monte di organizzare in paese un incontro tra candidati) tra i due aspiranti sindaco di Bussolengo che domenica si sfideranno al ballottaggio. Lei è il sindaco uscente Paola Boscaini che dalla sua ha tre liste - C’è futuro, Città solidale e Vivere Bussolengo San Vito - e il fattore conferma sul quale può contare sempre un primo cittadino a fine mandato (se ha fatto bene). Lo sfidante è Roberto Brizzi spalleggiato da quattro civiche (Alleanza per Bussolengo, lista Ceschi-Bussolengo al centro, Sìamo Bussolengo, Valore a Bussolengo) e sostenuto, più o meno ufficialmente, da una parte di Pd, dall’acerrimo nemico di Boscaini, il consigliere regionale Andrea Bassi (Centro destra, già lista Tosi), e da due candidati sindaci eliminati al primo turno: il civico prima sostenuto dalla Lega Claudio Perusi e Michele Mazzi del M5S. Giunti al ballottaggio - lei con il 33,42 per cento dei voti e lui con il 36,76 - ora, come osservato in trasmissione dal direttore Puliero, ripartono «zero a zero». Perché al secondo turno c’è tutto da rifare e Boscaini cinque anni fa, partita con uno scarso 15 per cento, aveva sbaragliato i pronostici superando al ballottaggio il 52 per cento e mettendo all’angolo l’avversario Massimo Girelli. Partita aperta, dunque, che però dipenderà molto anche dall’affluenza. Al primo turno il 40 per cento non è andato a votare. Ora, a giugno inoltrato, si teme di più la diserzione dei circa 15mila aventi diritto al voto. Boscaini conta tuttavia sui cittadini che la sostengono: «Sono una dei tanti che cinque anni fa volevano un cambio di marcia. E sono con tutti loro». Vero, non ha una coalizione pesante dal punto di vista numerico: «Ma Brizzi ha una lista minestrone, è stato assessore e vicesindaco con persone che hanno scritto pagine nere a Bussolengo che oggi sono insieme per fermare il cambiamento, ma che poi saranno l’uno contro l’altro», è il mantra di Boscaini che apostrofa la coalizione di Brizzi come una squadra «di tecnici» che con il Pat da redigere nel 2020 andranno alla prova del nove. Ma Brizzi replica: «Minestrone? Ci siamo messi tutti a servizio della comunità. E ci siamo trovati su alcuni punti programmatici: con Perusi per il no alle cave, con i Grillini su proposte che per anni hanno fatto all’amministrazione Boscaini senza ricevere mai risposte». I due convergono sul tema sicurezza: «Aumento delle telecamere». E pure sull’urbanistica: no alla cementificazione, che per Brizzi è recupero dei volumi vuoti, molto verde e Pat partecipato e per Boscaini è rigenerare il suolo, riorganizzare e ristrutturare («Con il coraggio di essere impopolari»). E ancora sul rilancio di Bussolengo come paese tra Garda e Verona, ma che può anche essere ricettivo del turismo. Le promesse invece sono diverse (anche se la coscienza dei pochi fondi a disposizione è condivisa). Tra le opere Brizzi vede la casa delle associazioni in via Marmolada, Boscaini una cittadella dello sport ampliando gli attuali impianti. Perché votarli? «Vogliamo che le scelte siano fatte in mezzo alla gente e non più a palazzo», dice Brizzi. «I cittadini non votano perché vedono distanti i politici. Noi puntiamo alla partecipazione». E Boscaini: «Con noi è iniziato un nuovo Rinascimento in paese. Costruire è difficile, è più facile distruggere. Ora siamo a metà strada e serve stabilità». •

Maria Vittoria Adami

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