<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Rapina all’agriturismo, picchiato il titolare

Nino Girelli, il titolare dell’agriturismo mostra la porta forzata che conduce dal ripostiglio alla casaL’esterno dell’agriturismo Ca’  Mattei a Pescantina DIENNEFOTOIl sopralluogo dei carabinieri
Nino Girelli, il titolare dell’agriturismo mostra la porta forzata che conduce dal ripostiglio alla casaL’esterno dell’agriturismo Ca’ Mattei a Pescantina DIENNEFOTOIl sopralluogo dei carabinieri
Nino Girelli, il titolare dell’agriturismo mostra la porta forzata che conduce dal ripostiglio alla casaL’esterno dell’agriturismo Ca’  Mattei a Pescantina DIENNEFOTOIl sopralluogo dei carabinieri
Nino Girelli, il titolare dell’agriturismo mostra la porta forzata che conduce dal ripostiglio alla casaL’esterno dell’agriturismo Ca’ Mattei a Pescantina DIENNEFOTOIl sopralluogo dei carabinieri

S’è visto puntare una pistola alla tempia. È stato picchiato. Lui e la sua famiglia sono stati chiusi in bagno. I suoi averi sono spariti in mezzo ai campi assieme ai tre rapinatori che gli erano entrati in casa. Ancora una rapina nella nostra provincia. Stavolta è accaduto a Pescantina, ai danni della famiglia che gestisce l’agriturismo Ca’Mattei, in via Secca 4. Un casolare in mezzo alla campagna, un’oasi di pace per turisti che vogliono stare vicini al lago e alla città contemporaneamente. Un’attività aperta da Nino Girelli nel 1990. Da una parte la sua abitazione, dall’altra l’agriturismo.

L’altra sera alle 21.30, l’irruzione dei tre banditi, mentre i clienti non erano all’agriturismo. Una coppia è arrivata dopo, e Girelli, li ha chiamati dalla finestra del bagno, dov’era stato rinchiuso con la famiglia, perchè essere liberato.

IL RACCONTO. «Erano circa le 21.30 e mi sono diretto nella parte dietro all’abitazione dove teniamo le scorte di cibo e le bevande. Dovevo prendere delle bottiglie d’acqua. Ho aperto la prima porta a vetri, che non aveva la mandata e ho visto un’ombra. Ho subito chiesto chi fosse e in un attimo sono stato colpito alla gamba sinistra con un piede di porco da un uomo con il passamontagna. Subito dopo ne sono spuntati altri due, entrambi con il volto coperto. Mi hanno puntato una pistola alla tempia e chiesto di dare il portafogli e aprire la cassaforte», racconta la vittima, mentre i carabinieri di Pescantina eseguono il sopralluogo.

Dal ripostiglio, attraverso una porta scassinata, i tre tenendo sempre sotto tiro l’uomo arrivano nell’abitazione dove ci sono la moglie di Girelli e due figli, una femmina diciottenne e un maschietto di 8 anni.

«Hanno portato me e mia moglie al piano di sopra perchè aprissimo la cassaforte», continua Girelli, «e io non ho opposto resistenza. Il mio unico pensiero è che non facessero del male ai ragazzi. A forza di insistere hanno poi fatto salire anche i ragazzi. Hanno chiuso tutti in bagno e sono scappati via. Quando uno dei clienti è rientrato, ho sentito l’auto, ho aperto la finestra e chiesto aiuto».

L’ammontare del danno non è stato completamente quantificato, ma Girelli aveva duemila euro in contante nel portafogli, alcuni monili in oro per circa una totale di diecimila euro non coperti da assicurazione. I rapinatori scappando si sono portati via un televisore e hanno rovistato nell’auto dell’uomo posteggiata in cortile. «Le seconde chiavi le abbiamo trovate in mezzo al giardino, nel lato dietro, da dove immagino che i rapinatori siano scappati. Nell’immediatezza non ho sentito rumore di motori, e sono molto abituato ad ascoltare, distinguo persino il tipo di auto che si avvicina. Forse avevano un mezzo lontano da qui».

LA PAURA. È possibile che i tre fossero stranieri: «Mi pare avessero accento straniero, ma non saprei proprio dire. È stato tutto molto concitato e ho temuto per la nostra vita. Quando vedi uno con una pistola in mano non ti chiedi se è giocattolo o vera, speri soltanto che non la usi. Sono preoccupato, perchè credo che dentro ci resterà una grande paura, soprattutto ai ragazzi, al piccolo. Noi l’allarme ce l’abbiamo, lo inseriamo prima di andare a dormire, avendo clienti che vanno e vengono a tutte le ore non è che lo puoi lasciare sempre acceso. È stata veramente un’esperienza brutta destinata a lasciare il segno».

Alessandra Vaccari

Suggerimenti