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Protocollo per danni da lupi mentre infuria lo scontro

Protocollo d’intesa per fronteggiare i danni arrecati dalla presenza del lupo: questa mattina a Venezia, a Palazzo Balbi, lo sottoscriveranno l’assessore regionale all’agricoltura Giuseppe Pan, a nome del governatore Luca Zaia, con Coldiretti Veneto e l’Associazione regionale allevatori del Veneto, rappresentate rispettivamente da Martino Cerantola e da Floriano De Franceschi. Il documento sarà sottoscritto anche dai rappresentanti delle centrali della cooperazione lattiero-casearia dell’area montana e pedemontana veneta. Il protocollo impegna la Regione a proseguire il monitoraggio sulla presenza del lupo sulle montagne venete, a coprire integralmente i costi sostenuti dagli allevatori per recinti elettrificati e cani da guardianìa e a contribuire all’adozione di ulteriori sistemi di protezione del bestiame. La Regione inoltre si impegna a erogare gli indennizzi per le predazioni subìte entro tre mesi dalla data dell’ accertamento del danno e a promuovere iniziative di informazione e formazione degli allevatori per prevenire le perdite. Nel 2017 la Regione Veneto ha pagato agli allevatori 137 mila euro a ristoro dei danni causati delle predazioni. Nel 2018 il bilancio regionale ha stanziato 200 mila euro di aiuti per allevatori e pastori che investono in recinti elettrificati e in dissuasori faunistici. «Il protocollo», spiega Pan, «intende valorizzare tutti gli strumenti e le strategie di prevenzione e responsabilizza allevatori e categorie economiche ad avvalersi di tutte le misure messe in campo dalla Regione per contenere al massimo i danni causati dal ritorno del lupo nell’area alpina, dopo secoli di assenza». A Venezia si parlerà con ogni probabilità anche delle recentissime decisioni del Consiglio provinciale di Trento che il 5 luglio ha approvato il disegno di legge proposto dalla giunta, con l’assessore Michele Dallapiccola, che prevede la gestione autonoma da parte della Provincia di orsi e lupi presenti sul territorio trentino con la cattura e l’eventuale abbattimento di esemplari problematici che siano rischiosi per l’uomo e per il sistema alpicolturale montano. Le reazioni non si sono fatte attendere: il Wwf ha chiesto al governo di impugnare davanti alla Corte Costituzionale il disegno di legge che ha bypassato il parere del ministero dell’Ambiente. «La fauna, secondo la Costituzione, è un bene indisponibile dello Stato e la gestione delle specie più importanti e minacciate va fatta almeno su base nazionale», sostiene il Wwf. «La Provincia di Trento non può arrogarsi il diritto di gestire in totale autonomia orsi e lupi, che sono un patrimonio di tutti i cittadini. La volontà di avere mani libere per abbattere i pochissimi orsi e lupi presenti in provincia di Trento non ha alcuna giustificazione scientifica, economica e men che meno sociale» A distanza di 24 ore, però anche il Consiglio provinciale di Bolzano ha approvato un analogo disegno di legge che prevede misure di prevenzione e di intervento concernenti i grandi carnivori. Infine, domenica, l’intervento del ministro dell’Ambiente Sergio Costa: «Impugnerò i due provvedimenti», ha detto, «e porterò in Conferenza Stato-Regioni un piano lupo perché è evidente che il problema non si risolve sparando». •

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