«Chiuso per decreto dignità». Il cartello è affisso da qualche giorno sulla vetrina della pasticceria «I dolci della Regina» di Garda. La famiglia Tedeschi, da 10 anni proprietaria del negozio di via XX Settembre, voleva rialzare la saracinesca il 20 febbraio, dopo un mese e mezzo di chiusura invernale.
«E invece il decreto dignità non ce lo permette, perché siamo costretti a rispettare almeno 70 giorni di chiusura continuativa. Questa clausola», sottolinea Gianpiero Tedeschi, «ci impedisce di rinnovare il contratto di lavoro stagionale ai nostri quattro storici collaboratori, costretti a restare in disoccupazione».
L’apertura anticipata rispetto all’inizio vero e proprio della stagione era stata una decisione presa per andare incontro ai dipendenti. «Siamo onesti», ammette Tedeschi, «in questo periodo non si fanno grandi incassi, i turisti sul lago sono ancora pochi. Se avevamo deciso di ricominciare l’attività era per dare continuità lavorativa ai nostri collaboratori, che vivono tutti nella zona e hanno una famiglia da mantenere».
Ma la doccia fredda è arrivata pochi giorni prima della prevista apertura: «Il nostro consulente del lavoro ci ha detto che, per questa clausola prevista dal decreto dignità e relativa al lavoro stagionale, non potevamo rinnovare i contratti. L’alternativa sarebbe stata quella di assumere per quattro settimane persone diverse, che non avevano esperienza in questo locale. Non aveva senso. Così non abbiamo avuto altra scelta che posticipare l’apertura».
Con la conseguenza che quei quattro lavoratori vivranno con il sussidio di disoccupazione per un altro mese, fino al 22 marzo, quando finalmente la legge permetterà di rialzare la saracinesca.