<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

«Niente caserma Ma la gerarchia è determinante»

Massimo Faccioli
Massimo Faccioli
Massimo Faccioli
Massimo Faccioli

Stefano Caniato Mancando il responsabile finanziario, fu il vicesindaco Massimo Faccioli a sottoscrivere, nel 2016, la cosiddetta regolarità contabile – che è la corrispondenza tra fattibilità e disponibilità economica – degli atti amministrativi di Pastrengo. Altrimenti, alcuna opera o attività sarebbe stata avviata o proseguita. Nei Comuni con meno di cinquemila abitanti, la legge permette agli assessori – poichè, a differenza dei consiglieri, prendono più frequentemente delle decisioni - di gestire direttamente gli uffici pubblici. Quando si dice: la praticità organizzativa. D’altronde, Faccioli era titolato: laureato in economia e commercio; impiegato bancario; assessore, prima che vicesindaco, al nilancio del sindaco Gianni Testi; consigliere delegato al Bilancio dell’ex sindaco Alberto Varolo. Insomma, Faccioli aveva imparato a usare qualcosa più del pallottoliere. Il supplente si diede daffare, fin quando non prese servizio l’effettivo responsabile finanziario. Vicesindaco Faccioli: chissà documenti. «In quantità industriale, quotidianamente: dalle determine alle fatture». Chissà firme. «Verificavo ogni riga e cifra. Caso mai, c’erano i revisori dei conti, che soprintendono al bilancio del Comune». Consultò quei professionisti? «Sì. Le normative cambiano continuamente». Chissà notti insonni. «Mai una. Mi comportai da buon padre di famiglia. Cioè, con correttezza. Siamo sempre responsabili di qualcuno o qualcosa: in municipio, a casa, al lavoro, nel volontariato». Anche l’altro assessore, Michela Venturini, è un contabile. «Segue le associazioni. E, comunque, ho maggiore esperienza con i conteggi». Quei numeri che, progressivamente, non ebbe più Varolo: eletto a metà del 2014, si dimise alla fine del 2015. Difatti, prima di Testi, intervenne il commissario prefettizio. «Varolo è una brava persona. Oggi, è assieme a noi in maggioranza. Neppure in quel periodo ci fu il responsabile finanziario, che fu sostituito proprio dall’ex sindaco». Il quale si spaventò, nonostante fosse un carabiniere, ancorchè in pensione. «Varolo non ebbe paura di firmare i provvedimenti. L’ incertezza fu esclusivamente amministrativa. Neanche il segretario comunale era stabilmente a Pastrengo. Alternava il nostro Comune ad altri. Ora, è fisso». Doppia preoccupazione: senza il parere di legittimità e contabile sugli atti. «Alcuni della maggioranza conclusero che non avremmo realizzato il programma amministrativo. Meglio rivotare. Il comportamento di Varolo fu apprezzabile». Non perdeste la credibilità. Vi rielessero: Varolo, 87 preferenze; Enrico Montagnoli, 61; Faccioli, 51; Venturini, 40. Perchè Testi nominò vicesindaco Faccioli, anziché Varolo o, eventualmente, Montagnoli? «Varolo rinunciò a qualsiasi incarico. Mentre Montagnoli amministrava per la prima volta. Le riflessioni furono condivise all’interno del gruppo che sostenne la maggioranza alle votazioni». Neanche una scaramuccia, laddove nella Prima Guerra d’Indipendenza, i carabinieri di Alessandro Negri protessero il re sabaudo Carlo Alberto dagli austriaci del maresciallo Josef Radetzky. All’ultima commemorazione della carica, Faccioli mise a tracolla il Tricolore? «No. Lo portò, giustamente, il sindaco. Alla cerimonia religiosa con gli alpini sul monte Tondo, Testi indossò la fascia, io innalzai il gonfalone». Il Tricolore rappresenta lo Stato; il gonfalone, Pastrengo. «Negli altri Comuni, il gonfalone è retto dai vigili urbani, non dai vicesindaci». Però, il Tricolore... «C’è il sindaco e c’è il vicesindaco». Altroché: Pastrengo è una piazza d’armi. «Non siamo in caserma, tuttavia, la gerarchia nell’amministrazione pubblica è altrettanto determinante». Ah: retaggio del servizio militare! «Non feci la naja perché mi ritrovai con un ginocchio malridotto». Ebbene, perché è così disciplinato? «Ho sempre rispettato i genitori; gli insegnanti, dall’asilo all’università; i direttori delle filiali bancarie». Testi dà ordini. «Precisamente. Il sindaco emette le proprie ordinanze per ragioni precauzionali o d’urgenza». Mi spiego: Testi impartisce delle disposizioni a Faccioli, che esegue. «Testi discute con i suoi due assessori per trovare un accordo relativamente a questo o quell’argomento. L’uno non prevale sugli altri e viceversa. È ciò che accade, non ciò che auspico. Il sindaco non è il padrone del paese. Mai Testi avrà un atteggiamento del genere. Scomparirebbe lo spirito di gruppo». E Faccioli non è il cassiere del paese. «Scherza? Amministriamo persone – alle quali vogliamo migliorare la qualità della vita - non denaro, che i Comuni non hanno più. Vogliamo che i cittadini si sostengano a vicenda, coinvolgendo maggiormente i giovani. Il gruppo, da cui proviene la nostra lista civica, è giovane». Testi e Faccioli sono quarantenni. Il vicesindaco si candiderà sindaco? «No. La famiglia è prioritaria. La banca non mi concederebbe l’aspettativa e l’indennità di sindaco non sarebbe equivalente allo stipendio di impiegato. Eppoi, le energie ed il tempo spesi non sarebbero mai ripagati abbastanza dalla riconoscenza della popolazione. Già adesso, succede di non essere contraccambiati nemmeno con un ringraziamento. Eppure gli amministratori, in particolare nei piccoli Comuni come il nostro, sono, sostanzialmente, dei volontari. L’indennità di vicesindaco è di 157 euro, netti». Un volontario dovrebbe essere motivato dall’altruismo, non dalla notorietà o, peggio, dal portafoglio. «Qualche parola o gesto in più di gratitudine sarebbero benvenuti. Alle elezioni, individuare e convincere i candidati è complicato. Ci adoperiamo per il bene pubblico, non privato». Si conforterà presenziando, stavolta con il Tricolore, la prossima festa della zucca. Una manifestazione predisposta, inizialmente, senza che la zucca - che rimpiazzò la festa dell’uva senza più l’uva - fosse coltivata a Pastrengo. «Il mio ruolo di vicesindaco non è sminuito dalla partecipazione alla festa della zucca con il Tricolore. L’impegno di Testi, mio e Venturini è di valorizzare indistintamente ogni evento di Pastrengo». I tremilacento abitanti, cordialmente, ringraziano. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti