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La sfida per la funivia di Prada: riaprire l’impianto entro il 2018

Il nuovo impianto prevede una cestovia biposto e una seggiovia
Il nuovo impianto prevede una cestovia biposto e una seggiovia
Il nuovo impianto prevede una cestovia biposto e una seggiovia
Il nuovo impianto prevede una cestovia biposto e una seggiovia

Emanuele Zanini Venerdì prossimo, 19 gennaio, potrebbe essere una tappa decisiva nella corsa contro il tempo per la riapertura della funivia di Prada. In mattinata si terrà la riunione della Commissione Via, Valutazione impatto ambientale, che dovrà esprimersi riguardo il progetto presentato da Atf Azienda trasporti funicolari Malcesine Monte Baldo e Prada Costabella srl per la realizzazione di una nuova cestovia biposto nel primo troncone, e una seggiovia biposto, usata, nel secondo. Al riguardo il presidente della Provincia Antonio Pastorello, attraverso una lettera, ha convocato proprio per venerdì, alle 11,30, negli uffici provinciali di via delle Franceschine, Giuseppe Riello per la Camera di Commercio e il sindaco Nicola Marchesini per il Comune di Malcesine, cioè gli altri due soci della funivia di Malcesine oltre alla Provincia; Maurizio Castellani e Tommaso Bertoncelli, sindaci rispettivamente dei Comuni di San Zeno di Montagna e Brenzone, proprietari degli impianti di risalita; Daniele Polato e Enrico Boni, rispettivamente presidente e direttore di Atf. In quella sede si dovrebbe inoltre fissare la data anche della conferenza di servizi. Nella nota, inoltre, Pastorello ritorna sul tema del presunto allungamento dei tempi di realizzazione dell’opera togliendosi qualche sassolino dalla scarpa. «Alla Provincia non può essere imputato alcun ritardo, mentre, semmai, c’è stata una certa inerzia da parte di Atf nel presentare l’istanza per la procedura. Tant’è che la Provincia aveva inviato un sollecito». Il presidente della Provincia sottolinea in particolare che dopo l’individuazione di Prada Costabella come soggetto ammesso ad ottenere il rilascio della concessione di linea per la gestione degli impianti a fune avvenuta il 2 febbraio 2017, «solo il primo agosto 2017 la società ha presentato domanda con un progetto però diverso da quello esaminato in sede di gara», e, secondo la Provincia, incompleta. Pertanto, aggiunge Pastorello, lo scorso settembre sono state chieste (e ottenute) integrazioni al piano. Alla fine, con gli aggiornamenti richiesti dalla Provincia, il 10 novembre il progetto è stato presentato nella seduta del comitato Via provinciale. Nel frattempo il vicesindaco di San Zeno Pier Giorgio Schena e il sindaco di Brenzone Tommaso Bertoncelli smorzano i toni gettando acqua sul fuoco, dicendosi soddisfatti per l’assenza di osservazioni al progetto, che dovrebbero, a loro parere, accorciare l’iter finale di autorizzazioni. «È un segnale che indica come la funivia sia ritenuta un’opera fondamentale e necessaria al rilancio del Garda Baldo. Siamo fiduciosi che la riapertura degli impianti di risalita possa avvenire nel corso del 2018, in quanto i vari soggetti coinvolti stanno garantendo la massima celerità nelle fasi di rispettiva competenza». I due amministratori montebaldini sottolineano che prosegue l’attività per chiudere l’iter burocratico, «in sinergia in particolare con la Provincia che ha contenuto nei tempi minimi i passaggi previsti dalla normativa e che ha fatto maturare fuori dai singoli confini l’importanza di una gestione coordinata ed unitaria per l’accessibilità al versante gardesano del Baldo. Dall’altra Atf ha saputo cogliere quanto l’operazione fosse strategica dal punto di vista turistico e imprenditoriale rendendo concreta la possibilità di realizzarla sotto il profilo economico e finanziario, mentre il Comune di Malcesine ha compreso la fondamentale importanza della riapertura degli impianti per tutto il territorio gardesano». In merito interviene anche Adriano Formaggioni, presidente di Prada Costabella srl che precisa: «Ho sempre creduto nella fattibilità di questo progetto come unica possibile soluzione al rilancio di Prada. La mia perplessità», aggiunge Formaggioni, ringraziando Provincia e Atf, «è semmai legata al complesso iter burocratico che necessita un’opera di così alto valore, relativamente ai tempi tecnici necessari, ma con la consapevolezza che l’obiettivo verrà raggiunto». •

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