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«L’Islam non è moderato
I fedeli possono esserlo»

Magdi Allam ieri sera a Cavaion nella serata organizzata da Aglow Italia FOTOAMATO
Magdi Allam ieri sera a Cavaion nella serata organizzata da Aglow Italia FOTOAMATO
Magdi Allam ieri sera a Cavaion nella serata organizzata da Aglow Italia FOTOAMATO
Magdi Allam ieri sera a Cavaion nella serata organizzata da Aglow Italia FOTOAMATO

Una sala Turri gremita ha accolto Magdi Cristiano Allam, l’altra sera a Cavaion per presentare il suo ultimo libro Maometto e il suo Allah ma soprattutto per avviare quella che ha definito una «mobilitazione culturale per salvaguardare la nostra civiltà».

Perché a dispetto delle rassicurazioni su un credo islamico pacifico e tollerante arrivato da molti imam, compreso l’imam di Verona Mohammed Guerfi, Allam ha ribadito la sua convinzione maturata in anni di ricerche, prima come musulmano e negli ultimi dieci anni come cattolico: «Ci sono musulmani moderati, ma la maggioranza non conosce il Corano e ne ha una versione edulcorata. Io stesso mi sono dovuto ricredere: le persone possono essere moderate, ma l’Islam non lo è». Tesi sostenuta riferendo contenuti del Corano, detti e fatti attribuiti a Maometto, la sua biografia ed episodi storici, fonti utilizzate anche nella stesura del libro.

Dalla concezione della donna come «essere antropologicamente inferiore» alla pena di morte prevista dalla Sharia per gli apostati, fino alle guerre ordinate da Maometto e proseguite dopo la sua morte per portare avanti una «strategia di conquista». «A differenza di Gesù, Maometto fu violento e questo spiega come mai da 1.400 anni l’Islam cerca di espandersi», ha incalzato Allam ricordando anche i due saccheggi subiti da Roma e la successiva scelta di papa Leone IV di erigere mura a difesa del Vaticano. Episodi citati per arrivare a parlare di muri e ponti, con un chiaro seppur implicito riferimento a papa Francesco (mai nominato durante la serata, a differenza del papa emerito Benedetto) e alla politica dell’accoglienza. «Lo dico a chi criminalizza i muri e vorrebbe solo ponti, muri e ponti non sono mai stati contrapposti nella storia: gli uni respingevano i nemici, gli altri facevano entrare gli amici». Il pubblico annuisce, applaude, condivide. La serata, organizzata dall’associazione Aglow Italia presieduta da Adriana Meneghini Frost, ha richiamato esponenti locali di Fratelli d’Italia, partito a cui Allam è iscritto. Presenti anche il consigliere regionale Stefano Valdegamberi e il presidente onorario della Comunità del Garda Aventino Frau. In sala anche forze dell’ordine e gli uomini della scorta di Allam.

«La strategia di conquista dell’Europa non è mai cessata», ha proseguito il giornalista arrivando al nocciolo della questione: «Oggi è portata avanti solo parzialmente con il terrorismo, per il resto si sviluppa nelle moschee, nelle scuole coraniche», nutrendosi anche «del paradosso che in Italia e in Europa dove tutto è ascritto a libertà di espressione non si può criticare l’Islam come religione, perché abbiamo paura, una paura che rivela la nostra fragilità di non sapere più chi siamo».

La sua preoccupazione maggiore è per quella che ha definito «arma demografica» paventando l’«estinzione» della popolazione europea, destinata a essere «colonizzata demograficamente».

In ballo, ci sono le radici cristiane dell’Europa che hanno sviluppato una «civiltà laica e libera» e che oggi «sono messe in discussione dall’ideologia multiculturale».

Le soluzioni? «Non dobbiamo discriminare nessuno, ma chiarire che tutti dobbiamo rispettare le leggi laiche dello Stato e i valori della nostra civiltà che sanciscono la sacralità della vita, la pari dignità tra uomo e donna e la libertà di scelta personale». Tra applausi e interventi a sostegno della sua tesi, la sola voce critica è stata quella di un musulmano, da quasi trent’anni in Italia, che ha riferito di non aver mai trovato difficoltà d’integrazione, accusando Allam di voler creare divisioni. Nessuna replica però nel merito delle questioni sollevate e la sua è rimasta una voce isolata.

Katia Ferraro

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