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Il sangue non basta mai «Donatelo due volte»

L’intervento della presidente provinciale, Michela Maggiolo, all’assemblea dell’Avis
L’intervento della presidente provinciale, Michela Maggiolo, all’assemblea dell’Avis
L’intervento della presidente provinciale, Michela Maggiolo, all’assemblea dell’Avis
L’intervento della presidente provinciale, Michela Maggiolo, all’assemblea dell’Avis

L’Avis provinciale Verona cerca donatori e cerca sangue. Ha bisogno infatti non solo che nuovi volontari aderiscano ai gruppi comunali distribuiti nel Veronese per donare sangue intero, plasma e piastrine, ma anche che gli attuali volontari aumentino la periodicità dei prelievi ai centri trasfusionali facendo almeno due donazioni l’anno. Almeno due. Perché, se di sangue e derivati c’è sempre necessità, i dati sulla raccolta scendono. Le 37.608 unità di sangue, plasma e piastrine donate da 21.016 uomini e donne aderenti ad Avis fino al 31 dicembre scorso - 1.771 in più rispetto al 2016 a fronte di 1.603 persone che per motivi di età, salute o altro hanno lasciato l’attività - non sono state sufficienti a garantire l’autosufficienza della nostra provincia. È partita da questi dati e dalla convinzione che, dopo che molto è stato fatto, molto ancora rimane da fare, l’assemblea dell’Avis provinciale Verona che si è tenuta a Cisano, all’hotel Caesius Thermae & SPA Resort. Vi hanno partecipato qualche centinaio di delegati provenienti dalle 66 Avis comunali o di base, a partire da quelle Bardolino e dei paesi lacustri (Garda, Lazise, Malcesine, Peschiera del Garda, Torri del Benaco). «I dati relativi alle unità di sangue non sono confortanti, negli ultimi cinque anni abbiamo il segno negativo nella raccolta», commenta la presidente provinciale, Michela Maggiolo. «Siamo consapevoli che si deve fare di più, anche se questo risultato va letto tenendo presenti fenomeni che da tempo insistono nella nostra attività». Si riferisce a stili di vita frenetici e a impegni familiari o lavorativi gravosi che, in particolare nei donatori tra i 35 e i 45 anni, minano il numero di donazioni annuali a persona facendole scendere a una e mezza circa di media. Inoltre, però, segnala «alcune disfunzioni nei Centri di raccolta, come la carenza di personale medico e infermieristico, che allungano i tempi di attesa. Occorrono più donatori, è vero, ma occorre pure che i Centri garantiscano più flessibilità». Aggiunge il direttore del Dipartimentointeraziendale di Medicina trasfusionale, la dottoressa Loredana Martinelli: «Verona ha unità operative d’eccellenza, che richiamano pazienti da altre regioni. La quantità di sangue raccolta dai nostri donatori, perciò, non è sufficiente per far fronte alle necessità. Inoltre, in questi ultimi anni si è persa la periodicità al dono». Da un’analisi della situazione provinciale emerge che nel 2017 la media delle donazioni è diminuita, che il 14 per cento dei donatori periodici ha fatto una sola donazione e il 9 per cento nemmeno una. Che fare? «Dobbiamo, pur consapevoli delle difficoltà, tentare di arginare questo fenomeno e contattare di persona i “dormienti”, ossia coloro che non donano da oltre 18 mesi», continua Maggioli. Sotto altri punti di vista, però, la catena della solidarietà garantita da Avis presenta aspetti positivi. È aumentato il numero complessivo degli aspiranti donatori, ad esempio, ed è migliorata la percentuale di quanti concretizzano il loro percorso diventando donatori periodici. Nel 2016 era il 77,03 per cento degli aspiranti a completare il percorso, nel 2017 il dato è salito all’80,42 per cento. «Per far funzionare il sistema sanitario del Veneto l’apporto dei volontari è fondamentale», ricorda l’assessore regionale alla sanità, Luca Coletto. «A Verona solo al Polo Confortini dell’ospedale di Borgo Trento ci sono 34 sale operatorie, ma in quelle sale non si potrebbero salvare vite senza i donatori di sangue». All’assemblea hanno portato i saluti del Comune la vice sindaco Marta Ferrari e della Provincia il presidente Antonio Pastorello. «Vi ringrazio a nome di tutti i sindaci per ciò che fate», sottolinea Pastorello. «Voi siete l’esempio di come contino i fatti, prima delle parole». •

Camilla Madinelli

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