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Allarme dei pescatori

Giallo sul Garda
I lavarelli
sono «spariti»

Allarme dei pescatori
Un coregone (lavarello), pesce del Garda
Un coregone (lavarello), pesce del Garda
Un coregone (lavarello), pesce del Garda
Un coregone (lavarello), pesce del Garda

Che fine hanno fatto i coregoni (cioè i lavarelli) del Garda? Spariti, scomparsi. Almeno per ora: è questo storicamente il periodo della frega, quando le femmine si avvicinano a riva per deporre le uova. La pesca è vietata per tutti, salvo alcune giornate in deroga per i professionisti, che però devono spremere e consegnare le uova agli incubatoi (a Desenzano e Bardolino). Ma del pesce più pescato del lago, e che a livello commerciale vale il 60% del totale, quasi nessuna traccia: uscite a vuoto per tutti i pescatori, sponda bresciana e veronese. Forse stanotte la prima pesca significativa, adesso che l’acqua è scesa sotto i 10 gradi (ieri a Desenzano e a Garda il termometro dei pescatori diceva 9 gradi). Per la prima volta, e ogni anno più tardi.

 

«I COREGONI sopra i 10 gradi non si vedono - spiega Marco Cavallaro, storico pescatore di Desenzano - Ormai è 50 anni che faccio questo mestiere, e posso dire che una volta la barca e le spiagge a novembre già gelavano, e all’Epifania la frega dei coregoni era già finita. Adesso deve ancora cominciare». Le regole sono precise: fino a metà gennaio la deroga della Regione per i pescatori professionisti, con otto uscite programmate. Ma che per forza di cose dovranno essere prorogate, almeno di un’altra settimana (manca solo l’ufficialità), perché il pesce ancora non si è visto. «Abbiamo appena passato una delle stagioni più calde degli ultimi 100 anni - commentano Dario e Fabio Baccolo di Portese, padre e figlio: il papà è classe 1938, il più anziano pescatore professionista del Garda bresciano - e quindi è meglio stare calmi, magari la frega durerà di più. Speriamo sia così, perché il coregone negli anni è calato, quindi qualcosa deve essere successo». Forse l’acqua calda, forse l’antropizzazione. Ottimisti ma non troppo: «Anche se dovessimo pescarlo adesso - spiega Giacomo Beltrami detto Nadir, pescatore di Moniga - siamo comunque in ritardo. Un ritardo anomalo: a fine anno qualcosa abbiamo sempre preso, si arrivava anche a 100 chili alla volta. Adesso invece le prime uscite sono andate a vuoto. Mi auguro che arrivino: perché un conto è l’acqua calda, un conto sarebbe l’assenza di covate».

 

TUTTI GLI ANNI dall’incubatoio escono circa 50 milioni di pesci. Una volta liberati, gli avannotti ci mettono quattro anni per poter essere pescati. E se un’annata va storta, ne risente tutto il lago. «Siamo tutti preoccupati, perché se i coregoni non ci sono non possiamo riempire nemmeno l’incubatoio - chiosa Simone Bocchio di Manerba, che a 40 anni è invece il più giovane pescatore del Garda bresciano - Nelle ultime uscite se mi è andata bene ho preso due o tre pesci: non li ho trovati nemmeno con l’ecoscandaglio. Pare siano ancora a largo, fino a 200 metri, per via dell’acqua ancora troppo calda». La soglia simbolica dei 9 gradi è stata raggiunta: basterà? Stamattina si saprà. Ci sono poi altre tre uscite in deroga: domani, venerdì e lunedì. Ma quasi sicuramente ne arriveranno altre tre, fino al 22. Perché per tutti il coregone è indispensabile.

Alessandro Gatta

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