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Estate pazza fino in fondo: spruzzata di neve

Il Baldo innevato visto dalla città FOTO MOZZO
Il Baldo innevato visto dalla città FOTO MOZZO
Il Baldo innevato visto dalla città FOTO MOZZO
Il Baldo innevato visto dalla città FOTO MOZZO

Ultimo regalo dell’estate alla montagna veronese che viene lasciata con un ricordo di coltre bianca, sia sul Baldo che in Lessinia e sul Carega. La nevicata è stata portata dalla perturbazione e ha raggiunto la decina di centimetri sul Baldo, come confermano i gestori del Rifugio Barano al Telegrafo, mente non è possibile avere misurazioni dello strato sul Carega perché hanno chiuso domenica scorsa sia il rifugio Scalorbi sia il Fraccaroli.

Da Pertica e Boschetto confermano che la neve è caduta comunque oltre i 1.600 metri e una schiarita tra le nuvole ha mostrato le cime del Pliche e del Monte Zevola imbiancate, con il limite della neve poco sotto i 1.700 metri. Dal pascolo di Malga Campobrun si sta provvedendo allo sgombero delle vacche ancora in alpeggio. Già nella giornata di ieri il trattore aveva cominciato a far la spola per traferire a valle i primi capi. I cavalli sono avvantaggiati al pascolo anche con la neve perché ripuliscono il terreno con gli zoccoli e brucano usando gli incisivi. I bovini invece usano la lingua ma raccolgono più neve che erba e questo non li favorisce ed è uno dei motivi per i quali si accelera il ritorno a casa, anche se solitamente la data per la fine dell’alpeggio è fissata al 29 settembre, giorno di San Michele arcangelo e termine per i contratti d’affitto.

Le nevicate anticipate non sono mai gradite dagli allevatori, costretti a riportare in stalla capi che potrebbero ancora alimentarsi in alpeggio: la siccità non ha favorito una buona fienagione e i prezzi sono lievitati in previsione della domanda. Anche lo scorso anno la neve si presentò presto (era il 5 di ottobre) e colse diverse mandrie e greggi ancora in alpeggio, anche perché arrivò a imbiancare fino a quote più basse (1.400 metri). Nevicate settembrine sono rare ma non eccezionali e c’è tra i vecchi che ricorda un anno in Lessinia in cui la neve fece la sua comparsa tutti i dodici mesi, luglio e agosto compresi. Quest’anno un’ estate particolarmente arida si è conclusa con un settembre «bagnato» e freddo: «Finora è un mese disastroso per noi», conferma Alessandro Tenca del Rifugio Barana, «ma la speranza è che le previsioni di bel tempo per i prossimi giorni siano confermate e possiamo concludere in bellezza con la festa di domenica prossima per i 120 anni di costruzione del rifugio. Chiuderemo con la festa l’apertura quotidiana, ma continueremo la nostra presenza nella gestione per tutti i fine settimana sulla base di quelle che saranno di volta in volta le condizioni meteorologiche», annuncia. V.Z.

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