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Bufera sulla Serit «È un disastro Rifiuti in strada»

I cassonetti della raccolta rifiuti al parcheggio di Torri
I cassonetti della raccolta rifiuti al parcheggio di Torri
I cassonetti della raccolta rifiuti al parcheggio di Torri
I cassonetti della raccolta rifiuti al parcheggio di Torri

È emergenza rifiuti a Torri del Benàco. La questione, aperta da tempo, si sta trasformando in un'autentica odissea per buona parte dei cittadini del territorio. Dopo alcune proteste di un gruppo di abitanti nelle scorse settimane relative ad alcuni disguidi nella nuova gestione della raccolta delle immondizie, ora risolti. Adesso il problema riguarda la raccolta del verde per i privati e quella generale dei rifiuti per le grandi utenze. Si tratta degli unici due servizi che a Torri sono ancora gestiti da Serit, società controllata per il 99,74 per cento da Amia, che fa capo ad Agsm controllata a sua volta al 100 per cento dal Comune di Verona. Dal primo di maggio è avvenuto il cambio della guardia deciso dall'amministrazione comunale che ha abbandonato il porta a porta passando ai cassonetti, in affiancamento alle isole ecologiche. Nelle ultime settimane molti cittadini hanno protestato in municipio per la mancata o ritardata raccolta di erba, ramaglie e foglie, mentre alberghi e ristoranti hanno lamentato il fatto che le immondizie spesso vengono prelevate dagli operai di Serit solo nel pomeriggio. Con le evidenti conseguenze negative riguardo a odori e decoro provocati dai rifiuti lasciati all’aria aperta e al caldo estivo per ore. Il primo ad essere furibondo per quello che sta accadendo in paese e sul territorio è lo stesso sindaco Stefano Nicotra, che nei giorni scorsi è intervenuto in prima persona per togliere otto bidoni con ruote adibiti alla raccolta del verde e decine e decine di sacchetti neri pieni di spazzatura lasciati per protesta davanti al parcheggio dietro al castello da un gruppo di cittadini esasperati per il continuo disservizio. «Siamo di fronte ad una situazione inaccettabile», sbotta Nicotra, che punta il dito contro la gestione organizzativa dell’azienda. «L’unico servizio lasciato a Serit non può essere gestito in questa maniera», insiste il primo cittadino torresano. I problemi maggiori sono soprattutto nell’area collinare, in particolare in località come Crero, Loncrino e Coi. «I cittadini hanno ragione a protestare. La questione si trascina da almeno un anno e mezzo. Prima il servizio era buono, ma dall’anno scorso è diventato disastroso. Ritardi nel ritiro dei rifiuti, operai che saltano intere aree dei paesi e che utilizzano mezzi vetusti che perdono olio sporcando le strade», racconta il sindaco. «Ora siamo giunti al limite». Alcune settimane fa Nicotra aveva evidenziato il problema in una riunione allargata ad altri Comuni gardesani per discutere della vicenda rifiuti. All’incontro erano presenti oltre allo stesso sindaco di Torri, anche l’omologo di Castelnuovo Giovanni Peretti, e di San Zeno di Montagna Maurizio Castellani e l’assessore comunale all’ecologia di Bardolino Lauro Sabaini. Ad ascoltare le osservazioni e lamentele degli amministratori gardesani c’erano tra gli altri Michele Croce, presidente di Agsm; Andrea Miglioranzi e Maurizio Alfeo, rispettivamente presidente e direttore generale di Amia; Daniele Polato, assessore di Verona e Thomas Pandian, direttore del Consorzio di bacino Verona due del Quadrilatero. Da ricordare che Serit è controllata per il 99,74 per cento da Amia, che fa capo ad Agsm controllata a sua volta al 100 per cento dal Comune di Verona. «Dagli enti competenti attendo una risposta chiara sulla problematica», sottolinea Nicotra, «sono pronto ad uscire dal Consorzio di bacino del Quadrilatero e redigere un bando europeo per la gestione diretta del servizio», ricorda il sindaco torresano, come già aveva minacciato pochi mesi fa. «La Tari, tassa sui rifiuti, è pagata da oltre il 98 per cento degli utenti. I cittadini pagano e hanno diritto ad un servizio degno di questo nome», chiude Nicotra che lancia un’ultima provocazione: «Non vorrei che queste mancanze di Serit siano causate dalla necessità di coprire i buchi di Rivoli». Il chiaro riferimento è alla vicenda giudiziaria a suon di ricorsi sullo spostamento della sede dell’azienda presieduta da Massimo Mariotti da Cavaion a Terramatta, a Rivoli. Sulla questione interviene il presidente di Amia Andrea Miglioranzi. «Stiamo monitorando con attenzione la vicenda, cercando di sopperire ai presunti disservizi, senza prendere sotto gamba il caso. Stiamo cercando di tamponare la situazione e risolverla. Comunque», ammette, «rimane auspicabile una profonda ristrutturazione della nostra azienda controllata». •

Emanuele Zanini

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