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Apre il «mansio» un angolo d’epoca romana a Servasa

Un dettaglio dell’area archeologica di ServasaGli interventi nel sito archeologico di  Mansio Servasa
Un dettaglio dell’area archeologica di ServasaGli interventi nel sito archeologico di Mansio Servasa
Un dettaglio dell’area archeologica di ServasaGli interventi nel sito archeologico di  Mansio Servasa
Un dettaglio dell’area archeologica di ServasaGli interventi nel sito archeologico di Mansio Servasa

Un momento atteso da tempo. Venerdì 22 settembre alle 11 sarà aperto al pubblico il sito archeologico Servasa, un’area vicina alla via romana Claudia Augusta, un ampio complesso di età romana non lontano dalla Provinciale 11.

Come ricordano in Soprintendenza «il sito fu scoperto alla fine degli anni Sessanta durante i lavori per la realizzazione dell’Autostrada del Brennero. Nel corso di più campagne di scavo condotte dall’allora Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto e dall’Università degli Studi di Venezia Ca’ Foscari, con il sostegno della Regione Veneto, sono stati portati alla luce i resti di un’importante villa di età imperiale». Una complesso con vari ambienti che si apre attorno ad un cortile porticato. «La posizione lungo il fiume Adige e in prossimità della via Claudia-Augusta ne hanno suggerito la possibile funzione di ’mansio’, cioè di stazione di posta che doveva accogliere i viaggiatori che percorrevano la strada. Grazie al contributo dell’Autostrada del Brennero», prosegue la Soprintendenza, «i terreni su cui insiste la villa, inizialmente di proprietà privata, sono stati acquistati dal Comune di Brentino Belluno. I finanziamenti della Regione Veneto, insieme al contributo del Consorzio Bima, il Bacino Imbrifero Montano dell’Adige, a cui si sono aggiunti fondi comunali, hanno permesso la realizzazione di un progetto di restauro e allestimento».

È stato quindi realizzato un percorso per i visitatori, con alcuni pannelli illustrativi e una copertura finalizzata a proteggere le principali strutture archeologiche che, finalmente, potranno restare visibili. «Il progetto», sottolinea la Soprintendenza, «che è stato condotto in tutte le sue fasi in stretta collaborazione con il Comune, permetterà alle scuole e ai visitatori interessati di comprendere la realtà archeologica della ’villa-mansio’ di Servasa. Offrirà anche la possibilità di una pausa agli amanti della bicicletta che percorrono la vicinissima pista ciclabile Adige Sole».

Chiude il sindaco Mazzurana: «Ho tenuto molto a questo progetto fin dal mio insediamento nel maggio 2014, riprendendo un’idea della precedente amministrazione. Ha richiesto un lungo iter soprattutto nel reperimento dei fondi. Ringrazio la Regione, Autostrada del Brennero Spa e il Bima per i contributi concessi che sono stati, nell’ordine, di 106.458 euro, 120mila euro e 30mila euro. L’intervento ha richiesto una spesa complessiva di quasi 300mila euro alla quale abbiamo anche noi contribuito. La presenza di un sito archeologico romano dà lustro alla piccolo centro abitato della frazione di Brentino».

In occasione dell’apertura dell’area archeologica saranno presenti il soprintendente Fabrizio Magani, i funzionari dell’ufficio tra cui Brunella Bruno, Maria Grazia Martelletto e Claudia Cenci, e quanti altri hanno seguito i lavori, come l’archeologa Raffaella Bortolin, l’ingegnere Remigio Lucchini e l’architetto Furio Marcotto. Sono attesi anche il presidente del Consorzio Bima Franco Rancan, quello della Autostrada del Brennero Spa Andrea Girardi col vicepresidente Fausto Sacchetto e il direttore tecnico generale Carlo Costa. Arriverà il presidente della Provincia Antonio Pastorello.

Barbara Bertasi

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