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Alba per 350 all’Eremo con Chopin

Chiara Rudari: ha fatto suonare la sveglia alle 4 per essere già all’Eremo di San Giorgio alle 5.30
Chiara Rudari: ha fatto suonare la sveglia alle 4 per essere già all’Eremo di San Giorgio alle 5.30
Chiara Rudari: ha fatto suonare la sveglia alle 4 per essere già all’Eremo di San Giorgio alle 5.30
Chiara Rudari: ha fatto suonare la sveglia alle 4 per essere già all’Eremo di San Giorgio alle 5.30

L’effetto delle note del pianoforte tra gli ulivi dell’Eremo di San Giorgio? Anche gli uccelli più mattinieri e canterini se ne sono stati in silenzio, incantati. In silenzio come le 350 persone circa che, oltre ogni aspettativa, hanno partecipato ad «Alba in musica», concerto per pianoforte proposto dalle 6 alle 7 nell’uliveto dell’Eremo San Giorgio dall’assessorato alla cultura del Comune di Bardolino in collaborazione con i monaci camaldolesi che all’Eremo pregano, lavorano, offrono ospitalità e propongono eventi in sintonia con la loro vocazione. Trecentocinquanta persone, tra cui bambini e giovani, lavoratori e pensionati, sono arrivate da Bardolino, Garda, Cavaion, Caprino, San Pietro in Cariano, Villafranca - in auto, a piedi, in bicicletta - per ascoltare brani di Chopin, Bach, Rachmaninov, Schumann, Debussy eseguiti al pianoforte da Chiara Rudari, Sofia Rudari e Alessandro Benini dell’Accademia Amadeus di Valeggio sul Mincio. Le sedie sono andate esaurite in fretta, ma in tanti hanno gradito la sistemazione libera sul prato, sotto gli ulivi, vicino al muro di pietra che delinea il confine tra il monastero e il resto del mondo. Tutto intorno il lento risveglio della natura, la luna che danza con il sole, il panorama da favola su Bardolino e il litorale. Chiara Rudari, che insegna pianoforte a bambini e ragazzi a Villa Carrara Bottagisio, ha suonato per oltre mezz’ ora. Concentratissima. La sua sveglia è suonata alle 4, alle 5.30 era già nell’uliveto a scaldare le dita prima dell’esibizione: delicato il suo Notturno di Chopin, scelto tra i vari brani del compositore dedicati alla notte; struggente l’ omaggio a Debussy, nel centenario della morte, e alla spiritualità dell’Eremo con il preludio La cattedrale sommersa ispirato a una leggenda bretone. Oggi, 1° agosto, Chiara Rudari compie 23 anni: si è regalata con leggero anticipo un’esperienza unica e l’ha regalata al pubblico. Come han fatto anche la sorella Sofia e Benini, che hanno suonato a quattro mani due trascrizioni di Bach a opera di Kurtag intrise di trascendente («Il tempo di Dio è il miglior tempo», «Tutti gli uomini devono morire») e il celebre Valzer dei fiori di Tchaikovsky riscritto per pianoforte da Rachmaninov. Il concerto alle prime luci dell’alba è stato un successo, visto il pubblico numeroso. Una prima volta a cui far seguire almeno una seconda, hanno detto in molti. «Da ripetere, assolutamente», sottolinea Giulia, di Villafranca. Silvana, di Caprino: «Molto bello, questo luogo è unico». Giuly e Andy, entrambi di 33 anni, lei messicana e lui tedesco, sono due turisti che soggiornano a Garda e sono saliti all’Eremo con la corsa mattutina. Il concerto? «Muy bello» dicono, mescolando italiano e spagnolo. È la loro prima volta in Italia, e hanno scelto il lago di Garda. Citano tra le scoperte il veliero «Siora Bianca», la pizza, Gabriele D’Annunzio: che mix! Come si sentono dopo un’ora di musica classica? «Encantadi», rispondono. Pasqualina, di Cavaion: «Esperienza stupenda, complimenti agli organizzatori per l’idea». Soddisfatta l’assessore alla cultura Marta Ferrari, che ha salutato e ringraziato tutti insieme al priore della comunità monastica dell’Eremo San Giorgio, padre Giovanni Dalpiaz. «Benvenuti, godetevi natura e panorama, sono compresi», afferma il priore. «Rifaremo, perché no?, magari al tramonto». Ferrari anticipa che, nell’ottica della collaborazione, in autunno si terranno a Bardolino due serate di approfondimento spirituale e psicologico sulla morte. Intanto martedì 31 l’ultima alba di luglio è stata magica, ascoltando le composizioni per piano scritte da alcuni dei più grandi musicisti di ogni tempo. La morte, non ce ne vogliano né Bach né i monaci, può attendere. •

Camilla Madinelli

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