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Sindaco e M5S, scontro sul cda di Acque Veronesi

Il sindaco Gianpaolo Provoli
Il sindaco Gianpaolo Provoli
Il sindaco Gianpaolo Provoli
Il sindaco Gianpaolo Provoli

Non è stato solo il gesto irrispettoso di Luciano Fiorio indirizzato alla pentastellata Anna Firolli a tenere banco nell’ultimo Consiglio comunale di San Bonifacio. Il primo punto prevedeva la proposta del sindaco Gianpaolo Provoli di modificare lo statuto di Acque Veronesi portando i rappresentanti dei paesi della provincia nel consiglio di amministrazione da tre a cinque e su questo la stessa Firolli è partita subito all’attacco: «Perché si modifica lo statuto? Perché l’adeguamento previsto dalla legge Madia, già dal 2017, è stato attuato solo ora? La proposta del sindaco ci sembra un controsenso dato il suo impegno per far ridurre il numero dei componenti da cinque a tre dei cda sia del Consorzio Le Valli che di Valliflor. Qual è la motivazione? È evidente che per i cittadini aumenteranno ancora una volta i costi». Il sindaco le ha risposto spiegando la necessità di una maggiore rappresentatività dei Comuni, pur a costi invariati. «Finora il territorio è stato poco rappresentato», la tesi di Provoli, «con tre membri del cda, come stabilito dalla legge, perché la capitalizzazione della società era bassa. Ma ora, con i 5 milioni di euro (vedi box, ndr), abbiamo una società fortemente capitalizzata: adeguare la rappresentatività vuol dire anche controllo nella gestione». E ha aggiunto: «Posso dire ancora che tutti gli altri gestori di servizio pubblico idrico integrato del Veneto hanno da cinque a sette rappresentanti, segno evidente che il controllo che devono esercitare i sindaci diventa sempre più fondamentale. Siamo tutti consapevoli, come sindaci della provincia, di riconoscere a Verona il ruolo guida in questo servizio. Tutte le delibere sono state sempre all’unanimità, segnale importante perché ciò significa avere una forte collaborazione per quelle che sono le istanze della città e della provincia». «Una maggior rappresentatività dei territori è l’elemento fondamentale con cui i sindaci hanno bisogno di portare le proprie esigenze», ha sostenuto Provoli, citando un esempio su tutti: i Pfas. «Le problematiche della depurazione dell’Est sono diverse da quelle, ad esempio degli inquinanti naturali come l’arsenico che hanno i comuni della Bassa o da quelle che ha Villafranca: solo se abbiamo dei referenti territoriali presenti potremo in maniera congiunta portare la società a svolgere adeguatamente la funzione di servizio pubblico». La proposta di Firolli contro la modifica è stata bocciata al momento del voto anche dalle altre minoranze. Particolarmente duro è stato il consigliere Federico Pasetto, che ha definito la rappresentante pentastellata «saccente che sa tutto, capace nei suoi interventi, non propositivi, soprattutto di puntare il dito e di badare solo all’aspetto economico». Nel dibattito è intervenuto anche il consigliere Alessandro Signorato (ex Lega): «Mi auguro che le modifiche apportate nello statuto possano servire a risolvere le problematiche del nostro territorio. In ogni caso resto scettico soprattutto nel vedere che la situazione dei Pfas a oggi è tutt’altro che risolta. Tuttavia credo che l’aumento dei componenti del cda e futuri investimenti nel territorio potrebbero risolvere qualche problema». Favorevoli naturalmente alla modifica proposta i consiglieri di maggioranza Adriano Pimazzoni e Angelo Lunardi. Al voto un solo contrario, quello della Firolli, e l’astensione di Signorato. •

Gianni Bertagnin

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