<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Ricordo dei fratelli maggiori di cent’anni fa

La cerimonia con le scolaresche che ha dato il via alle commemorazioni dei Caduti in guerra
La cerimonia con le scolaresche che ha dato il via alle commemorazioni dei Caduti in guerra
La cerimonia con le scolaresche che ha dato il via alle commemorazioni dei Caduti in guerra
La cerimonia con le scolaresche che ha dato il via alle commemorazioni dei Caduti in guerra

Per il centenario dalla conclusione della Prima Guerra mondiale, il Comune e le associazioni combattentistiche di Zevio hanno fatto le cose in grande: hanno indetto una commemorazione lunga più giorni. L’iniziativa ha preso il via mercoledì scorso: 400 studenti di elementari e medie si sono stretti intorno al monumento ai Caduti al parco del castello-municipio per ricordare i 150 giovani zeviani che persero la vita durante il terribile conflitto che per la prima volta vide l’impiego di armi chimiche. I nomi di questi sfortunati sono ora inseriti nell’Albo d’oro, con tutte le informazioni possibili su di loro. Come ha spiegato durante la cerimonia in castello il vicepresidente nazionale dell’Associazione combattenti e reduci, Tiziano Migliorini, l’Albo rimarrà esposto nell’androne del municipio, accanto alle lapidi in marmo coi nomi dei ventenni uccisi durante il conflitto connotato da combattimenti in trincea. Chilometri di budelli profondi meno di due metri scavati sulla terra, per tre anni divenuti «casa» infernale per nugoli di giovani costretti a lanciarsi ripetutamente contro la trincea nemica, consapevoli di essere carne da macello. «Si sta come/ l’autunno/ sugli alberi/ le foglie», scrisse il poeta Giuseppe Ungaretti, pure lui combattente al fronte, associando la precarietà della vita dei soldati a quella delle foglie cadenti nella stagione pre invernale. Alla cerimonia erano presenti tutti i gagliardetti delle associazioni combattentistiche e delle sezioni alpini del territorio, il comandante della stazione carabinieri di Zevio, maresciallo Giovanni Venneri, il sindaco Diego Ruzza assieme agli assessori Paola Conti e Michele Caneva, al consigliere Alberto Todeschini. La commemorazione si è aperta con l’alzabandiera sulle note dell’Inno di Mameli, seguito dalla Canzone del Piave, dal Silenzio fuori ordinanza e dal discorso fatto dall’allora ministro della guerra e capo di stato maggiore italiano Armando Diaz, appena siglato l’Armistizio con gli austriaci il 3 novembre del 1918, a Padova. In castello, classi di elementari e medie capeggiate dai sindaci dei ragazzi di Zevio e Palù, si sono alternate al microfono per recitare poesie sulla pace, leggere temi, lettere dal fronte, il testo della Preghiera del milite ignoto di Renzo Pezzani: «Fratello senza nome e senza volto/ da una verde trincea t’han dissepolto...». Il sindaco Ruzza ha elogiato l’impegno degli alunni «nel portare avanti messaggi di pace e di fratellanza, volti ad evitare le catastrofi della guerra». Il vicepresidente Migliorini ha invece ricordato le altre tappe della lunga commemorazione: questa sera alle 20, inaugurazione della mostra sulla Grande guerra, allestita all’ex municipio dai ragazzi delle scuole con temi, disegni, lettere dal fronte e cimeli risalenti al primo conflitto mondiale, scovati in famiglia dagli alunni. Seguirà il concerto di musiche combattentistiche eseguito dalla banda Tognetti di Perzacco, su iniziativa dell’Università del tempo libero. Domani, alle 9.50, raduno in castello dei combattenti e reduci, per poi assistere alla messa a suffragio dei morti in tutte le guerre, celebrata nella vicina chiesa parrocchiale. Quindi deposizione di una corona d’alloro al monumento ai Caduti. Alle 15, al centro civico, nuove musiche combattentistiche e il Requiem di Verdi, proiezione di un cortometraggio sul conflitto ’15-18, consegna di diplomi a famigliari di soldati zeviani rimasti uccisi durante la lunga guerra in trincea. •

Piero Taddei

Suggerimenti