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Incidente sulla Porcilana

«Mia figlia fuori
pericolo, ma chi
ha visto ora parli»

Incidente sulla Porcilana
Elicottero del 118 sulla Porcilana (Archivio)
Elicottero del 118 sulla Porcilana (Archivio)
Elicottero del 118 sulla Porcilana (Archivio)
Elicottero del 118 sulla Porcilana (Archivio)

«Stefania è finalmente fuori pericolo, Rolando dovrà farsi sistemare le ossa ma quel che ci tormenta è non sapere cosa sia successo, la mattina dell’11 ottobre, sulla Porcilana».

Stefania ha 20 anni, è la ragazza di Villanova di Camposampiero che otto giorni fa, assieme all’amico di sempre, cioè Rolando (zeviano di 39 anni), è volata via dalla sella dell’Aprilia Rsv 1000 sulla quale viaggiavano. 

 

«È dal giorno dell’incidente che non mi do pace, ho usato anche i social ma non sono arrivata a nulla. Martedì, finalmente», racconta mamma Jessica, «Stefania è uscita dalla Terapia intensiva, il reparto del Polo Confortini dove è arrivata in codice rosso l’11 ottobre e dove io, in pratica, mi sono trasferita. Mi sono detta che sì, dovevo fare tutto il possibile per avere le riposte che servono, a me ma soprattutto a mia figlia».

La ragazza è fuori pericolo ed è stata trasferita in Neurochirurgia: «Frattura di alcune costole, schiacciamento di un polmone, frattura frontale, ematoma fossa orbitale», racconta la madre, «ne avrà davvero per un bel po’. Rolando, invece, è in Ortopedia».

C’è tutto il non detto a perseguitare la donna: di certo c’è il contatto con un’Audi che proveniva in direzione opposta, il volo di Stefania in un campo e quello di Rolando sull’asfalto, il buio, i soccorsi. «Tutto l’antefatto non lo sappiamo, e sono passati otto giorni. Era metà mattina, lungo una delle arterie più trafficate dell’Est veronese, possibile che nessuno abbia visto niente?», si chiede la donna.

 

DICE DI AVER PARLATO spesso con la Polizia locale, «come minimo a quell’ora e in quel punto potevano esserci una cinquantina di mezzi. Ma di testimoni, invece, nulla». Da questo punto di vista, l’appello via Facebook è andato a vuoto, «ma è stato il mezzo per conoscere e ringraziare il ragazzo che per primo ha prestato soccorso e forse ha salvato la vita di due ragazzi».

«Ammettiamo che io capisca le ragioni di questo timore», considera Jessica Danese, «metto però sul piatto della bilancia da un lato l’interesse di una persona sana e integra a non avere scocciature, sull’altro due famiglie in pena e due ragazzi in ospedale».

«Queste persone», si interroga la madre di Stefania, «la vedrebbero allo stesso modo se in ospedale ci fosse un figlio, un genitore, un parente?».

 

Segnalazioni sono possibili al numero 045.7610694 oppure alla pagina Facebook di Sabrina Danese, zia di Stefania che aveva lanciato il primo appello.

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