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Colognola ai Colli

Manuel Marson,
un sogno chiamato
Paralimpiadi

Colognola ai Colli
Manuel, con la casacca gialla, in allenamento con la guida
Manuel, con la casacca gialla, in allenamento con la guida
Manuel, con la casacca gialla, in allenamento con la guida
Manuel, con la casacca gialla, in allenamento con la guida

Manuel prepara a Verona l’italiano di biathlon e dalle strade e piazze della città lancia il suo appello: «Aiutatemi a vivere il sogno. Aiutatemi a dare onore allo sport che mi ha salvato la vita». Manuel Marson, 23 anni, conta i giorni in attesa dello scioglimento della riserva sull’ammissione alle Paralimpiadi di Tokio 2020 della sua categoria: basta questo a sintetizzare chi sia sul piano sportivo. L’atleta di Colognola ai Colli, campione italiano di paratriathlon nel 2015 e nel 2016, vicecampione del mondo due anni fa, è anche un ragazzo che cinque anni fa ha trovato nella pratica sportiva la via per reagire a una malattia, la neuropatia di Lebber, che gli ha portato via quasi del tutto la vista. «Io ci metto tutto: fatica, impegno, dedizione assoluta», dice Manuel (tesserato con Verona Triathlon), «e lo faccio perché lo sport mi ha salvato e mi devo sdebitare, ma da solo non posso farcela: riuscirei ad arrivarci solo se avessi un sostegno economico, un aiuto materiale... sarebbe manna!».

 

Va dritto al sodo e ammette di essere costretto a limitarsi a qualche competizione nazionale per mere ragioni economiche: «Viaggi, alloggio, iscrizioni, materiale: tutto costa e la Federazione copre solo alcuni eventi. Già il triathlon è uno sport povero», spiega, «non è il calcio ed oltre tutto ragioniamo su contesti paralimpici. Io mi sento pronto per ogni sfida, ma gareggiare all’estero e tante volte anche in Italia è giusto un sogno».

Sarà in corsa domani all’ Agsm Duo Marathon in coppia con Marco Cappellari, la sua attuale guida, e coprirà la seconda parte della staffetta che inizierà, invece, Gloria Castello, la sua fidanzata. «Ringrazio Lidl Italia che ha deciso di sostenere la mia iscrizione e quella di Gloria: gli 11 chilometri che correrò a Verona sono uno degli ultimi allenamenti in vista della prima prova del circuito Italian Paratriathlon Series 2018, la prova di duathlon supersprint (cioè corsa-bici-corsa), che disputerò il 25 febbraio a Montelupo fiorentino», spiega Manuel, «e sarà bellissimo. Lo scorso anno ho corso a Verona con Sandro Filipozzi (l’atleta ipovedente di Soave che ha messo in fila bronzo nella 4x400 alle Olimpiadi di Barcellona nel 1992, settimo assoluto nel 1996 ad Atlanta, Europei, Mondiali e tredici anni con la maglia azzurra addosso, ndr) e le nostre guide: il percorso è splendido e le emozioni che mi arrivano dall’atmosfera della città e dalla gente sono straordinarie. Mi caricherò così, ma io, che ringrazio sempre Dino De Paoli, Step, Guna sport e Noene che mi sono vicini, ho voglia di scommettere in grande». È un sos in piena regola: «Investite su di me», dice Manuel a mo’ di claim, «può essere uno solo o più d’uno assieme. Lo sport mi ha salvato la vita, mi ha permesso di non abbattermi: l’ho scoperto sulla mia pelle che si può fare qualsiasi cosa nella vita, a prescindere da limiti e ostacoli. E io voglio ancora continuare a crederci».

 

E visto che c’è lancia un sos parallelo, quello con cui sta dando la caccia alla sue nuova guida: «Deve essere forte in tutto», dice, «nella bici e nel nuoto. Io voglio raggiungere obiettivi grandi in ambito internazionale, e mi serve un supereroe!». Intanto su di lui ha scommesso l’Avis di Soave che sebbene Manuel non possa donare sangue l’ha trasformato nell’ambasciatore della donazione: «Vale la pena sostenerlo, vale la pena sostenere il suo coraggio. Manuel è un esempio straordinario, soprattutto per i più giovani», spiegano i donatori guidati da Ginetta Minchio, «per quelli lamentoni e insoddisfatti. Noi non possiamo fare grandi cose a livello economico ma al fianco di Manuel ci siamo e continueremo ad esserci perché il suo correre, nuotare e pedalare è un inno alla vita». •

Paola Dalli Cani

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