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La canna fumaria va a fuoco Distrutta casa dell’ex sindaco

Va a fuoco il tetto della casa dell’ex sindaco Davide PagangrisoI mezzi di soccorso davanti all’abitazione FOTO DIENNEFOTO
Va a fuoco il tetto della casa dell’ex sindaco Davide PagangrisoI mezzi di soccorso davanti all’abitazione FOTO DIENNEFOTO
Va a fuoco il tetto della casa dell’ex sindaco Davide PagangrisoI mezzi di soccorso davanti all’abitazione FOTO DIENNEFOTO
Va a fuoco il tetto della casa dell’ex sindaco Davide PagangrisoI mezzi di soccorso davanti all’abitazione FOTO DIENNEFOTO

Di solito questi incidenti capitano in autunno, all’arrivo dei primi freddi, oppure d’inverno. Stavolta invece, stranamente, è successo in piena estate, nella serata di mercoledì 11 di luglio. La fuliggine che si è attaccata alla canna fumaria del camino è la causa accidentale che ha provocato l’incendio alla copertura della villa dove risiede l’ex sindaco di Belfiore, Davide Pagangriso, assieme alla sua famiglia, composta da moglie e due figli. L’incendio si è scatenato verso le 20 di mercoledì, quando è stato acceso il caminetto. La canna fumaria è stata avvolta internamente dalle fiamme, che sono uscite dalle aperture del comignolo. Così dalla parte più alta del camino l’incedio si è propagato rapidamente alle parti limitrofe del tetto, attorno alla canna fumaria. Le fiamme hanno intaccato e bruciato mano e mano la guaina impermeabilizzante che si trova nell’intercapedine del soffitto. Dall’intercapedine sono passate quindi alla travatura in legno e a quel punto non c’è stato più molto da fare. I vigili del fuoco di Verona sono intervenuti prontamente in via Monti Lessini, dove si trova la residenza dell’ex sindaco, con quattro autobotti e l’autoscala. Salendo con quest’ultima, i pompieri sono riusciti a segare le travi di una sezione della copertura per creare un varco tra le fiamme e riuscire a spegnere con gli idranti la parte dell’intercapedine che è andata completamente in fumo, passando sotto il tetto in fiamme. Infatti, i tentativi precedenti di spegnere l’incendio dall’esterno erano falliti, proprio perché le fiamme venivano alimentate dal fuoco che si era incuneato nell’intercapedine, bruciando l’isolante. I vigili del fuoco hanno continuato a lavorare fino alle 3,30 di notte, gettando acqua con gli idranti, finché hanno avuto ragione dell’incendio, che nel frattempo però è riuscito a divorare completamente il tetto dell’abitazione. «Durante le operazioni di spegnimento sono intervenuti anche i volontari della squadra Ana di protezione civile di Belfiore, che ringrazio per il loro aiuto», racconta il vicesindaco Stefano Alberti, che ha sostituito il sindaco, in questi giorni in vacanza. Il vicesindaco Alberti si è fermato fino alle 3 sul posto. «I volontari della protezione civile hanno creato un punto di illuminazione con le fotoelettriche, per agevolare il lavoro del pompieri», descrive sempre Alberti, «e poi hanno messo in funzione la pompa per risucchiare fuori dalla villa tutta l’acqua versata dai vigili del fuoco, che ha invaso e allagato buona parte dell’abitazione». I vigili del fuoco sono rimasti fino a ieri mattina a controllare che le fiamme non si riattivassero all’improvviso. Una volta stabilito che l’incendio era domato, parenti, amici e residenti hanno lavorato intensamente per portare fuori tutto quando il possibile, serramenti inclusi, dal piano di sottotetto, pure andato distrutto, sia dalle fiamme che a causa dell’acqua di spegnimento. Ieri mattina inoltre il funzionario dell’ufficio tecnico comunale ha fatto il sopralluogo per valutare lo stato della struttura, che non è agibile. La famiglia Pagangriso si è dunque trasferita in un altro alloggio, in attesa di ripristinare il piano alto e il tetto bruciati. La villa singola dove abita la famiglia Pagangriso si trova proprio a ridosso del parco giochi di via Monti Lessini ed è inserita al centro del nuovo quartiere residenzale denominato Borgo Stra’, proprio all’inizio del rione più recente del paese, dove le vie portano tutte il nome di monti (Monti Lessini, Monte Grappa, Monte Pasubio e Monte Carega). Per fortuna nessuno dei residenti né dei soccorritori è rimasto intossicato. Le fiamme, il fumo nero, il crepitio del legno bruciato e le sirene delle autobotti, hanno richiamato molti belfioresi e in tanti residenti sono rimasti alzati fino a tardi, ad attendere che l’incendio venisse domato. •

Zeno Martini

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