Riaprirà a maggio in totale autonomia l’Alpenrosenhof, il rifugio a Passo Pennes (Penserjoch) in Sud Tirolo, tra Vipiteno e la Val Sarentino, a 2.211 metri, che Penta Wind, l’azienda di Badia Calavena, ha dotato dallo scorso autunno di un generatore eolico all’avanguardia in grado di fornire energia a un edificio privo della connessione alla rete elettrica. Il rifugio, che fino allo scorso ottobre consumava ben 9mila litri di gasolio a stagione, è il primo delle Alpi alimentato a energia eolica e che ora può accendere il generatore solo in casi di emergenza. I 24 metri di torre portano in cima una una turbina da 20kW collegata a una serie di accumulatori da 200 kw e a un piccolo impianto e pannelli fotovoltaici da 10 kw forniti da un’azienda tedesca. Penta Wind nasce come divisione di Penta Systems, leader nella produzione di arredi in metallo su misura e personalizzati per catene di negozi, dedicandosi esclusivamente alla produzione di tecnologia eolica, ereditando dall’azienda madre conoscenze e capacità progettuale per impiantistica, programmazione e produzione. Formata da manager e personale tecnico specializzato, garantisce prodotti di alta qualità caratterizzati da un elevato livello di innovazione tecnologica e ha il merito di aver portato per la prima volta sul mercato eolico di mini potenza un generatore a cinque pale, scelta tecnologica che ha permesso di presentare un generatore dalle caratteristiche uniche, a costi particolarmente contenuti. «Altri tre rifugi sudtirolesi si sono dichiarati interessati alla proposta e due richieste ci sono arrivate anche dall’ Austria. In primavera saranno terminati e li sistemeremo sulla base delle dimensioni richieste», rivela il titolare Rino Perlati. Tra i tanti vantaggi infatti del mini eolico, che non richiede laboriose pratiche di autorizzazione paesaggistica e ambientale, c’è anche quello di poter stare tutto in un container ed essere trasferito anche nei luoghi più impervi. Serve il personale per il montaggio e la messa in funzione, ma poi tutto viene visionato con il telecontrollo. Ad esempio, per la pala installata a Passo Pennes ci sono dei sensori di umidità che segnalano la presenza di formazioni di ghiaccio e bloccano la turbina in attesa dell’innalzamento della temperatura per dare il via libera al funzionamento. Lo stesso accade quando la temperatura raggiunge i 25 gradi centigradi sotto lo zero o quando il vento è troppo forte (superiore a 20 metri al secondo, circa 80 km/h) e rischierebbe di danneggiare la turbina. Da un normale tablet è possibile controllare a distanza tutte le funzioni e ricevere eventuali segnalazioni di irregolarità «Abbiamo optato per il mini eolico perché oltre ad avere un prezzo accessibile è completamente svincolato dalla politica degli incentivi: il governo non ha purtroppo le idee chiare in materia e non decide e il mercato è bloccato in attesa che partano gli incentivi. Nella nostra proposta, invece, non c’è nessuna correlazione con il collegamento in rete e lo scambio di energia: quanto viene prodotto è destinato ad essere consumato o accumulato per i momenti “di magra”, in assenza di vento o scarsa produzione del fotovoltaico», aggiunge il titolare. Negli ultimi anni sono stati fatti passi importanti anche rispetto agli accumulatori che hanno una vita media di una decina d’anni e capacità superiori rispetto al passato grazie al piombo-gel. «Un impianto come quello montatVal sarentinao al rifugio Alpenrosenhof è in grado di garantire autonomia energetica a una ventina di famiglie e non ci nascondiamo di essere interessati a sviluppare questa tecnologia anche in collaborazione con paesi in via di sviluppo, dove non esiste ancora una completa copertura della rete elettrica o non ci si arriverà mai per i costi proibitivi del trasporto dell’energia», conclude Perlati. • V.Z.