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Il Piave a fumetti
all’Altare della Patria

Un’illustrazione di VinGenzo Beccia che accompagna i testi di Dal Forno
Un’illustrazione di VinGenzo Beccia che accompagna i testi di Dal Forno
Un’illustrazione di VinGenzo Beccia che accompagna i testi di Dal Forno
Un’illustrazione di VinGenzo Beccia che accompagna i testi di Dal Forno

«Non chiamatelo fiume», il Piave, che dal 24 ottobre 1917 è diventato monumento, luogo sacro alla Patria per il contributo dato a fermare l’invasione dopo la rotta di Caporetto. «Dal momento in cui il sangue di migliaia di soldati ne colorò le acque non fu più fiume ma arteria, non più terra ma carne, dove non è più possibile sostare senza chinare il capo con commozione». Sono le parole di Federica Dal Forno, giovane tregnaghese che ha curato i testi e il progetto editoriale nato in seno allo Stato Maggiore dell’Esercito fra le iniziative per celebrare il centenario della Grande guerra, fornendo anche strumenti didattici utili alle scuole.

È nato così Non chiamatelo fiume, cofanetto con una striscia illustrata di 7 metri: una panoramica che va dal Col Moschin sul monte Grappa fino alla foce del Piave, una fotografia resa graficamente dall’illustratore VinGenzo Beccia, che è designer, docente di Lettere, comunicazione e linguaggio multiculturale.

Con un colpo d’occhio si può osservare tutta la linea dei combattimenti, leggibile in senso geografico. Per conciliare storia con geografia la tavola è abbinata a un volumetto che illustra gli episodi descritti graficamente, dandone una consequenzialità storica facilitata da 14 tavole che riprendono gli episodi descritti sulla striscia: dall’attraversamento del Ponte della Priula alla partenza delle truppe italiane per l’ultima battaglia di Vittorio Veneto. «VinGenzo Beccia ha lavorato per oltre un anno sulle foto dell’Archivio storico dell’ Esercito selezionate per lo scopo», Dal Forno che è curatrice di allestimenti museali storici e artistici, perito d’arte e cimeli militari risalenti alla Prima guerra mondiale, tecnico di restauro, studiosa di storia della medicina e storia della medicina militare, esperta di ceroplastica anatomica e medica su cui ha svolto la sua tesi di laurea scrivendo anche il libro dedicato al restauro di questo materiale con tecniche innovative.

Per i testi si è avvalsa della consulenza scientifica di Marco Pascoli, storico, presidente della Società cooperativa consortile Grande guerra Fvg, fondatore del Museo di Ragogna (Udine), dove è anche assessore alla cultura e di Paolo Pozzato docente di storia e filosofia, autore di innumerevoli pubblicazioni e collaboratore in progetti di cooperazione interistituzionale tra il ministero dell’Istruzione e l’Esercito.

La particolarità del libro e delle tavole, opera pubblicata da Rodorigo Editore, è che non vi si raccontano solo episodi dalla parte dei vincitori, ma anche del fronte opposto, non ci sono buoni e cattivi, ma eroi da una parte e dall’altra.

«Il Piave rapì soldati vivi e morti, si tinse del loro sangue e raccolse le lacrime dei compagni che li piansero, non importava il colore o la foggia delle uniformi. Il Piave accolse il dolore di ogni uomo che guardava il suo fluire con gli stessi sentimenti», scrive Federica Dal Forno nell’introduzione.

«I sacrari e i luoghi delle battaglie più cruente divennero monumenti alla memoria, fu così anche per le sponde del Piave dove reduci e familiari, italiani e stranieri, vennero a pregare in solitudine per i morti, recuperando quella moralità collettiva che onora i caduti in silenzio, senza più risentimento né bandiera. Il conflitto finì per consacrare il Piave alla memoria dell’intera Nazione, universalmente riconosciuto quale fiume Sacro alla Patria, tanto che, a differenza del monte Grappa, non fu ritenuto necessario legiferare in tal senso. La sua sacralità è oggi legata alla memoria».

L’opera sarà presentata oggi alle 11 alla biblioteca militare centrale di Palazzo Esercito a Roma, e sarà presente il capo di stato maggiore dell’ Esercito, il generale di corpo d’armata Danilo Errico.

Le tavole originali saranno invece esposte dal 22 novembre al 10 dicembre al Sacrario delle Bandiere all’interno del complesso del Vittoriano, sempre nella capitale. La mostra è curata dalla Dal Forno per regalare un appuntamento che permetta di poter ammirare dal vivo le illustrazioni e fruire dei contenuti storici della pubblicazione. Sarà un’occasione per apprendere le azioni belliche, le armi e le uniformi dei principali protagonisti dell’ultimo anno e mezzo di guerra, grazie a una didattica comprensiva di testi storici esplicativi che supportano le bellissime illustrazioni.

Vittorio Zambaldo

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