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Fondi contro la dispersione scolastica La ricetta? Potenziare il digitale

Riceveranno ognuno un contributo di 35 mila euro per la realizzazione di ambienti digitali e la formazione dei docenti nell’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Il motivo? Perché sono ritenuti in aree a rischio dispersione scolastica: sono tre (l’Ic 2 di San Giovanni Lupatoto, l’Ic 2 di San Bonifacio e l’Ic di Monteforte d’Alpone) gli istituti comprensivi del veronese ai quali il ministero dell’Istruzione ha assegnato questo inatteso bonus. Lo comunicano gli onorevoli veronesi della Lega Vito Comencini e Vania Valbusa. «Le risorse sono messe a disposizione delle scuole per creare degli ambienti didattici innovativi, che contribuiranno a contrastare la dispersione scolastica e soprattutto offriranno agli studenti un apprendimento tecnologico e le chiavi di lettura per il futuro», spiegano. Secondo Comencini e Valbusa si tratta di un’ottima iniziativa: «Consente a questi istituti di aggiornare il proprio metodo didattico, per essere al passo con le scuole più all’avanguardia. L’auspicio è che questo progetto possa essere esteso ad altri istituti». La misura parte da una riscontrata difficoltà: lo dice l’incrocio di dati che il Miur ha valutato per la classifica che ha messo in fila 46 istituti comprensivi italiani, dieci dei quali in Veneto. La valutazione è stata fatta su dati relativi all’anno scolastico 2016-2017, quali il livello di disagio negli apprendimenti e lo status socio-economico della famiglia di origine degli alunni (rilevati da Invalsi, l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione), il tasso di abbandono e il tasso Istat di deprivazione territoriale. «Credo che il risultato, quel 7,29 nel livello di disagio e lo 0,12 nell’abbandono si spieghino con l’alto numero di alunni stranieri e con quello dei tanti alunni con disturbi specifici dell’apprendimento e bisogni educativi speciali. Sono fragilità», dice Giuseppe Boninsegna, che guida l’Istituto comprensivo di Monteforte (835 iscritti), «alle quali far fronte anche dando corso, grazie a questi fondi, al progetto per la costruzione di un ambiente digitale innovativo alla scuola media». Alla primaria «Anzolin» sono cittadini non italiani il 42 per cento degli iscritti, l’11 alla primaria «Coltro», il 24,43 per cento alla secondaria di primo grado «Zanella», ma nella percentuale non rientrano i ragazzini stranieri con cittadinanza italiana. Comune a tutti un gap di fondo nel raggiungimento degli obiettivi didattici, cui aggiungere i tanti rientri al Paese di origine che possono far pensare all’abbandono». Simile l’analisi di Sonia Gottin, dirigente dell’Ic 2 di San Bonifacio (1200 alunni): «Siamo istituto di periferia, di confine, articolato tra San Bonifacio, Locara, Arcole, Gazzolo e già questo è un indicatore importante. Non abbiamo tassi di abbandono scolastico ma siamo una scuola molto aperta all’accoglienza e all’inclusione di alunni disabili, con disagio o stranieri». Proprio l’attenzione alla fragilità del bambino sembra spiegare la classifica visto che la presenza di alunni senza cittadinanza italiana non arriva al 10 per cento. «Dal 2008 siamo scuola 2.0 e abbiamo sempre favorito l’inserimento e l’inclusione di tutti i bambini proprio a partire dalle nuove tecnologie e da ambienti di apprendimento flessibili e in questa direzione useremo questo finanziamento con arredi componibili che agevolano l’aggregazione e creano un ambiente che si costruisce secondo il bisogno che si ha». Guida la classifica veronese l’Istituto comprensivo 2 «Margherita Hack» di San Giovanni Lupatoto (1.200 allievi) che, però, non si rivede in quell’8,57 di disagio negli apprendimenti che la pone al terzo posto in Veneto. «Non mi ritrovo nei dati Invalsi né in quelli di dispersione: solo il 13 per cento degli alunni non sono cittadini italiani e l’anno scolastico 2016-2017 è stato uno degli anni migliori. L’unico dato negativo, accanto a qualche criticità di tipo sociale nelle scuole del primo ciclo», dice la dirigente Erica Baldelli, «forse è quello delle bocciature: abbiamo una percentuale superiore alla media alla secondaria di primo grado. Valuteremo l’analisi ma intanto ben vengano queste risorse: siamo un istituto che sul digitale ha fatto molte attività, ha vinto bandi nazionali e porta avanti una progettualità importante che così implementeremo». •

Paola Dalli Cani

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