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Colognola ai Colli

Cronista, insegnante
ed ex combattente
Addio a Luigi Ruffo

Colognola ai Colli
La bara di Luigi Ruffo sul sagrato della chiesa di San Zeno
La bara di Luigi Ruffo sul sagrato della chiesa di San Zeno
La bara di Luigi Ruffo sul sagrato della chiesa di San Zeno
La bara di Luigi Ruffo sul sagrato della chiesa di San Zeno

Non è venuto meno ai suoi ruoli di maestro e giornalista nemmeno il giorno delle sue esequie Luigi Ruffo, il novantottenne presidente onorario della Federazione provinciale dei combattenti e reduci, ex corrispondente dell’Arena e insegnante in pensione di Colognola, a cui il paese ha dato l’addio in una chiesa di San Zeno gremita. Mai si sono visti tanti labari di associazioni di reduci di guerra da tutta la provincia, vegliare una bara, coperta dal tricolore e da rose bianche, come quella di colui che, dopo aver combattuto sul fronte africano, era stato per decenni direttore del notiziario dei combattenti La Nostra Fede e fondatore del mensile I Pensionati Veronesi.

Il parroco monsignor Luigi Adami, che ha presieduto la celebrazione con don Roberto Oberosler, cappellano dell’Ancr, e don Agostino Martinelli, ha scelto di dare la parola ancora una volta al maestro Ruffo, leggendo un estratto dalla sua autobiografia Racconti ed emozioni: «Io ho vissuto la guerra in tutto il suo orrore e in tutto il suo cumulo di sofferenze e di distruzioni: ho visto morire, falcidiati dalle granate, decine e decine di giovani soldati, vittime innocenti di una cultura sbagliata. Spesso ho raccolto le loro ultime parole, i loro sguardi spenti. Oggi mi domando: in un mondo che definiamo civile e dotato di potentissimi mezzi di distruzione, è ancora pensabile un conflitto per dirimere questioni internazionali? La pace dobbiamo conquistarla lottando tutti i giorni, ciascuno per la propria parte. In primis la scuola, le istituzioni e gli organismi internazionali». Monsignor Adami ha lasciato che Luigi Ruffo si congedasse così, testimoniando con il piglio del cronista, stimolando riflessioni con la saggezza di chi ha sulle spalle un’esperienza lunga quasi un secolo e fornendo l’ennesimo insegnamento da maestro, lui che negli anni Cinquanta era stato anche assessore alla cultura a Colognola.

Significative del suo vissuto e dei suoi valori anche le letture scelte dalla moglie Laura e dai figli Siro, Mariagrazia ed Eugenio: un inno alla concordia del profeta Isaia, con il suo «trasformeremo le nostre armi in strumenti di pace», e il Vangelo della natività, con la tenerezza di un Bambino da crescere come i tanti che Ruffo aveva educato e istruito.

Una vocazione all’insegnamento la sua, condivisa con la moglie e trasmessa alla figlia e alle nipoti, per la quale da giovane aveva rinunciato anche a un posto di segretario comunale.

Al termine della celebrazione, a cui hanno partecipato anche vari amministratori comunali che lo scorso maggio lo hanno insignito del Premio Columna, ha preso la parola il presidente provinciale della Federazione dei Combattenti e Reduci Bruno Buratto per sottolineare l’importanza che il tenente colonnello Ruffo attribuiva al ricordo. Il suo rimarrà indelebile anche a Colognola, di cui ha contribuito a scrivere la storia dalle colonne del nostro giornale oltre che firmando registri e pagelle di scuola.

Monica Rama

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