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A Castagnè

«Condizioni inaccettabili», ordinanza di sgombero per la casa dei richiedenti asilo

A Castagnè
I liquami che uscivano dalla casa
I liquami che uscivano dalla casa
I liquami che uscivano dalla casa
I liquami che uscivano dalla casa

Domenico Sella ha mantenuto la promessa. Il sindaco di Mezzane lo aveva detto, e pure comunicato formalmente tre settimane fa con un’ordinanza: «Nella casa di Valle di Castagnè che ospita sei profughi è emerso uno stato di degrado igienico sanitario dovuto allo sversamento degli scarichi fognari in una fossa a cielo aperto».

Da qui l’ordine dato alla proprietà di intervenire entro tre giorni per la messa in sicurezza del cortile e per l’eliminazione delle gravi carenze igienico sanitarie. Di giorni in realtà ne sono passati più di venti, perché nel frattempo il provvedimento doveva essere notificato alla proprietà e alla cooperativa che gestisce l’accoglienza dei sei migranti, la San Francesco. Ieri, il nuovo provvedimento: una seconda ordinanza nella quale si impone «lo sgombero immediato» dell’abitazione e «il non utilizzo del fabbricato se non dopo aver ripristinato le condizioni igienico-sanitarie».

Tirano un sospiro di sollievo le famiglie che abitano lungo quella strada arrampicata sulle colline di Mezzane: erano state loro, il mese scorso, a firmare un esposto nel quale segnalavano «una pesante criticità di natura igienico-sanitaria con ogni probabilità legata a una fognatura a fondo perduto presumibilmente inadeguata o guasta, dalla quale fuoriescono liquami che invadono le pertinenze delle abitazioni e si insinuano negli scarichi dell’acqua piovana dai quali riemergono, nei giorni di pioggia e non, riversandosi a cielo aperto nel cortile su cui si affacciano le nostre abitazioni». Un problema che aveva iniziato a manifestarsi da quando quella casa, disabitata per anni, aveva accolto i sei giovani richiedenti asilo.

L’accoglienza, va ricordato, non era stata delle migliori da parte dei residenti della frazione. Anche il sindaco aveva manifestato qualche perplessità sullo stato dell’edificio. Qualche mese dopo i primi problemi strutturali, con la strada invasa da acque bianche e nere. Visto che gli spurghi non erano più sufficienti a risolvere la situazione, la proprietà aveva fatto installare un vaso raccoglitore, una struttura che sarebbe dovuta servire a evitare nuove fuoriuscite di liquame. Ma nel giro di pochi giorni l’emergenza si è ripresentata e Sella non ha potuto che firmare una prima ordinanza «per tutelare la salute dei residenti ma anche dei sei giovani migranti», aveva spiegato.

«Sabato scorso», racconta Sella, «insieme ai vigili, sono andato anche io a verificare la situazione e mi sono reso conto che, nonostante l’ordinanza del mese scorso, non era stato fatto alcun intervento: il vaso raccoglitore era ancora lì, la buca che era stata fatta per sotterralo era coperta da legno e tutto intorno c’era una rete arancione. Una situazione oggettivamente insostenibile, come hanno verificato anche i tecnici comunali. L’ordinanza di sgombero era quindi inevitabile». Appena proprietà e cooperativa riceveranno il provvedimento dovranno quindi trasferire i sei ragazzi. «E se non lo faranno», assicura il sindaco, «interverremo con la forza».

Francesca Lorandi

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