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Dopo un lungo braccio di ferro

Castagnè, i migranti se ne sono andati
Ora rischiano l'espulsione

Dopo un lungo braccio di ferro
Migranti, tensione a Castagnè (foto Amato)

Rischiano l’espulsione i sette richiedenti asilo che venerdì, per tutto il giorno, hanno rifiutato di entrare nella casa che la cooperativa San Francesco aveva assegnato loro, a Valle di Castagnè, piccola località di meno di cinquanta anime a Mezzane di Sotto.

Nonostante il tentativo di mediazione da parte degli operatori della coop, i migranti, tutti giovani tra i 25 e i 30 anni, non hanno accettato la sistemazione e ieri verso le 22 sono stati fatti salire sul furgone che li ha portati verso la città.

Complice del malcontento, anche l’”accoglienza” da parte dei residenti della contrada, che si sono scagliati verbalmente contro gli stessi operatori.

«L’abitazione, disabitata da vent’anni», spiega il sindaco Domenico Sella, «è piccola, ha poche stanze, non è adatta. E poi qui non ci sono negozi, farmacie, non c’è nulla. Il centro più vicino è a tre chilometri: per questi ragazzi sarebbe come stare in un carcere».

Francesca Lorandi

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