<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Biondaro: «Pfas assenti» Boninsegna: E la bonifica?

Silvano Boninsegna, sindaco di Isola Rizza
Silvano Boninsegna, sindaco di Isola Rizza
Silvano Boninsegna, sindaco di Isola Rizza
Silvano Boninsegna, sindaco di Isola Rizza

«Le dichiarazioni di d’Arienzo di ieri? Riguardano storie vecchie e ormai superate. L’attività ispettiva in corso nella discarica di Ca’ Bianca ha sempre appurato il totale rispetto dei parametri previsti circa la presenza di Pfas, anche i più restrittivi». Replica così Luigi Biondaro, avvocato di Inerteco, alle affermazioni del senatore del Pd Vincenzo D’Arienzo, intervenuto sull’Arena per far sapere d’aver presentato un’interrogazione ai ministri della Salute e dell’Ambiente, per sollecitare un confronto con la Regione volto a intraprendere indagini urgenti per appurare se la presenza di Pfas in falda a Ca’ Bianca, peraltro entro i limiti di legge, sia collegabile all’attività della discarica per rifiuti industriali. Prosegue il legale: «Le conclusioni di D’Arienzo si basano su interpretazioni di dati parzialissimi da parte di un consulente del pubblico ministero. Interpretazioni già controdedotte e rispettate, tant’è che Arpav e Regione hanno ritenuto i parametri dell’acqua di falda di Ca’ Bianca in regola non solo per i consumi irrigui agricoli, ma pure per quelli umani. La riprova? Da 20 anni a questa parte Inerteco non ha mai subito condanne del suo operato». «La sospensione temporanea dell’attività della discarica in questi giorni è intervenuta non sulla base delle dichiarazioni piuttosto artate di D’Arienzo circa la presenza di Pfas ma per una ragione diversa, rispetto alla quale Inerteco non ha alcuna responsabilità: secondo i giudici del Consiglio di Stato la Regione avrebbe commesso un errore di tipo procedimentale», aggiunge Biondaro. «Del resto non potrebbe essere diversamente, dato che la conduzione della discarica di Ca’ Bianca ha sempre agito sulla base delle autorizzazioni regionali valide ed efficaci sino alla sentenza del Consiglio di Stato». «La questione, quindi, va guardata con razionalità, diversamente e nella migliore delle ipotesi si arriva al risultato di chiudere le discariche e a portare i rifiuti all’estero, con costi esorbitanti. Nell’ipotesi peggiore, però, la prospettiva è passare dallo smaltimento legale a quello illegale», conclude l’avvocato. «A mio modo di veder le discariche rappresentano l’antidoto al riappropriarsi dei rifiuti da parte delle mafie. Quindi la politica non deve chiudere gli occhi e cavalcare le emozioni, agevolando la caccia all’untore di manzoniana memoria». Intanto da Isola Rizza, Comune che sarebbe stato beneficiario del disinquinamento perché a Ca’ Bianca sarebbero stati portati i rifiuti dell’ex Cava Bastiello, prende posizione anche il sindaco Silvano Boninsegna. Il primo cittadino che già prefigurava la trasformazione in parco dell’ex cava, per di più a costo zero, dice: «Stiamo cercando di capire dove andremo a parare. Per quanto ci riguarda, è ancora pendente la vecchia disposizione della Procura che invita a disinquinare l’ex Cava Bastiello. I rifiuti pericolosi ci sono ancora in quell’area. L’auspicio è quindi che si completi la bonifica, poiché la questione ambientale risalente ai primi anni ’90 non è affatto trascurabile».

P.T.

Suggerimenti