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All’asta le quote Unicoge, vendita gestita tra più enti

Il consigliere Antonio Zambaldo
Il consigliere Antonio Zambaldo
Il consigliere Antonio Zambaldo
Il consigliere Antonio Zambaldo

L’attenzione del Consiglio comunale di Colognola si è focalizzata ancora una volta sulla società partecipata Unicoge, che da anni si occupa del servizio vendita di gas naturale a Cologna Veneta, Colognola ai Colli, Lonigo, San Bonifacio, Soave e Zimella. Dopo aver deciso, nella primavera scorsa, di vendere le quote, in attuazione del decreto Madia (che lasciava intendere, circa le partecipazioni che i Comuni potevano avere, che non vi rientravano più quelle commerciali di gas ed energia), stavolta è stata approvata la convenzione tra i Comuni di Lonigo, Colognola, Soave e Zimella per la gestione in forma associata delle attività finalizzate a realizzare questa vendita. «Al fine di un’efficace vendita delle quote, si è deciso di scegliere una data unica per tutti, per un’asta pubblica, con capofila il comune di Lonigo, il più strutturato». Al provvedimento si è mostrata contraria la minoranza, come già espresso in passato. Il capogruppo d’opposizione Antonio Zambaldo ha ribadito che ritiene «Unicoge una società con rendita costante» e che «vendendola, si lascia il paese privo di uno strumento che ha una fisionomia non solo economica ma pure sociale, perché ha agito, tramite il Comune, tutelando anche i cittadini meno abbienti. Mi sembra che la convenzione sia stata preparata in modo superficiale», ha rilevato Zambaldo, «e che contenga incongruenze. Si prevede, ad esempio, una condivisione delle spese, che però non sono quantificate, e non si capisce quali siano le garanzie contemplate dallo statuto sociale. Come fanno i Comuni a stanziare a bilancio le quote di competenza se non sono ancora note? Perché, poi, si affida la vendita solo a Lonigo? E il controllo a chi spetta? Tutto dovrebbe essere ben definito perché stiamo parlando della vendita di quote per oltre 6 milioni di euro. Invito a procedere a una revisione di questa convenzione». Carcereri de Prati ha precisato che «la maggioranza ritiene sia necessario vendere perché la legge Madia impedisce la avere quote così e si teme che con il libero mercato si possano arrecare danni al Comune. Questa è la convenzione prevista per tutti Comuni e va approvata e sottoscritta con un testo uguale per tutti. È stato incaricato Lonigo perché è il Comune che ha più dirigenti. Sarà preparato un bando emanato alla perfezione che prevede anche l’assistenza di un avvocato, Riccardo Ruffo. La legge va rispettata. Lo statuto sociale, poi, a cui ci si riferisce, è quello di Unicoge che prevede il diritto di prelazione di tutti i soci». Il sindaco ha aggiunto: «Il Comune di Lonigo ha l’obbligo di gestire la procedura nel miglior modo possibile, sotto il controllo dei sindaci e con la partecipazione dei segretari comunali. Non è vero che non c’è copertura finanziaria: abbiamo fondi accantonabili». Zambaldo ha chiesto: «I sindaci, con tutta la benevolenza che si può avere, hanno la capacità di verificare e di capire se l’operazione si fa in modo corretto? Non si tratta solo di rispetto della legge, ma di un patrimonio le cui modalità di vendita fanno la differenza». Al proposito Carcereri de Prati, prima di passare alle dichiarazioni di voto, ha replicato che «la vendita è un’asta a pubblico incanto, quindi, in termini di trasparenza, più di così non si può fare». •

M.R.

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