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Braccio di ferro sui buoni postali

Vince la battaglia con Poste Italiane
e riceve 18.000 euro di interessi

Braccio di ferro sui buoni postali
La signora coi buoni postali
La signora coi buoni postali
La signora coi buoni postali
La signora coi buoni postali

Dopo un braccio di ferro con Poste Italiane, ottiene quasi 20.000 euro che in un primo momento l'istituto non voleva riconoscerle.

È accaduto a una signora veronese, Ivana Pagliarini, che è stata assistita nella diatriba legale da Adiconsum Verona.

In particolare la signora aveva cinque buoni postali emessi nel 1986 e scaduti nel 2016. Le poste non volevano riconoscere tutti i rendimenti indicati sul retro dei buoni, in particolari quelli degli ultimi dieci anni.

 

È stato l'Arbitro Bancario Finanziario a dar ragione alla risparmiatrice. Il Collegio ha ritenuto che deve essere riconosciuto per gli ultimi dieci anni il rendimento stampato originariamente sul retro dei buoni. Sono stati quindi ricalcolati gli interessi e liquidato alla signora un assegno di 18.000 euro, differenza tra quanto le era stato dato in precedenza e quanto poi stabilito dall'arbitro.

Silvia Caucchioli, avvocato di Adiconsum Verona, spiega: «Il vincolo contrattuale tra Poste e risparmiatore si forma sulla base dei dati risultanti dal testo dei buoni sottoscritti. È  importante non fermarsi ai primi conteggi effettuati dalle Poste, ma informarsi e verificare. Attenzione specialmente ai buoni della serie P con timbro Q/P».

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