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Verona diventa un caso per i leader nazionali

Federico Sboarina con Matteo Salvini e Luca Zaia durante la campagna elettoraleSilvio BerlusconiRenato BrunettaGaetano QuagliarielloFrancesca Businarolo, M5S
Federico Sboarina con Matteo Salvini e Luca Zaia durante la campagna elettoraleSilvio BerlusconiRenato BrunettaGaetano QuagliarielloFrancesca Businarolo, M5S
Federico Sboarina con Matteo Salvini e Luca Zaia durante la campagna elettoraleSilvio BerlusconiRenato BrunettaGaetano QuagliarielloFrancesca Businarolo, M5S
Federico Sboarina con Matteo Salvini e Luca Zaia durante la campagna elettoraleSilvio BerlusconiRenato BrunettaGaetano QuagliarielloFrancesca Businarolo, M5S

La vittoria del centrodestra unito attorno a Federico Sboarina, la sconfitta del Pd e il ruolo determinante delle liste civiche fanno di Verona un caso nazionale per la politica. Anche se ora è già partita la battaglia tra Forza Italia e Lega sui meriti della vittoria.

«Spiace per Padova e per i padovani - ha sottolineato il leader della Lega Matteo Salvini - più che per la Lega. A Verona, l’alleanza contro natura fra Renzi e l’ex sindaco Tosi non ha funzionato. E, a Genova, chiederò a Bucci con calma nei prossimi mesi di rifare i giri che abbiamo fatto nei quartieri popolari per liberare quella che è una capitale mondiale della cultura e del commercio».

Ma Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera. stoppa subito gli entusiasmi di Salvini: «Grande soddisfazione per Forza Italia e per il centrodestra per i risultati dei ballottaggi delle elezioni amministrative. Avevamo già avuto questa percezione al primo turno, e ieri abbiamo completato l’opera e abbiamo vinto a Verona contro l’ex leghista Tosi» ha detto il capogruppo di Forza Italia alla Camera. «Grande soddisfazione, dunque, per il centrodestra e grande soddisfazione soprattutto per Fi che si conferma il primo partito all’interno della nostra area politica: siamo la forza traente del centrodestra. Non se ne abbia a male l’amico Salvini, ma la forza trainante del centrodestra non è la Lega, ma è Fi».

Rincara la dose Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia: «Trionfa in tutta Italia una coalizione di centrodestra ampia ed inclusiva, con l’apporto prezioso di tutti ma con un ruolo decisivo di Berlusconi e di Forza Italia. Chi attribuisce il traino a Tizio e a Caio - aggiunge - farebbe un errore, perchè è stata l’unità, la qualità di molte scelte, il contributo di tutte le forze di centrodestra e il ruolo di collante di FI ad essere decisivi. Importante la sconfitta che archivia Tosi e la sua presunzione a Verona. Bisogna fare tesoro di questo risultato e lavorare per una coalizione equilibrata e credibile».

Per il governatore Luca Zaia «la vittoria del centrodestra è limpida, e testimonia ovunque la bocciatura di quanto realizzato finora da parte di questo Governo e della maggioranza che amministra il Paese dal 2013. È stata, dopo le Europee 2014, una generale debacle del centrosinistra, nelle Regioni, al referendum dello scorso dicembre, e ora di nuovo nei Comuni: oggi crollano roccaforti del centrosinistra».

Per quanto riguarda il Veneto «mi pare - sottolinea Zaia - che la grande vittoria di Sboarina a Verona, ottenuta contro il partito del sindaco uscente appoggiato da parte di centrodestra e dal Pd, sia uno dei dati più significativi anche a livello nazionale».

Un accenno alla vittoria scaligera l’ha fatta anche Silvio Berlusconi, soddisfatto per l’affermazione nazionale del centrodestra: «Abbiamo vinto in situazioni politiche locali anomale, come Verona» spiega.

E il senatore Gaetano Quagliariello, leader di «Idea - Popolo e libertà» giudica «un caso esemplare quello di Verona, dove attorno alla candidatura di Federico Sboarina si è raccolto un centrodestra unito e a forte propulsione civica, nel quale un ruolo da assoluta protagonista, con lo straordinario risultato del 13,66% e undici eletti di cui sette appartenenti a Idea, lo ha giocato la lista civica animata dal movimento “Verona Domani”, federato con Idea e guidato da Stefano Casali, consigliere regionale, coordinatore di Idea in Veneto e regista di questa straordinaria impresa elettorale. Proprio la vittoria di Verona - conclude Quagliariello - dovrebbe far comprendere al centrodestra il valore dell’unità, il fatto che un centro moderato alleato con la sinistra è destinato alla sconfitta e alleato con Renzi è condannato direttamente all’estinzione, e il dato imprescindibile di una componente liberale, comunitaria e civica, che è stata ovunque la vera protagonista di queste elezioni e ha trainato l’intera coalizione verso una vittoria schiacciante di cui sarebbe un delitto non fare tesoro».

Il Movimento 5 Stelle con la deputata Francesca Businarolo fa questa analisi: «I veronesi hanno scelto, nonostante l’alta astensione: Federico Sboarina sarà il nuovo sindaco e mi auguro che lui e la sua squadra si impegneranno per il bene della città».

«L’ultima fase della sua campagna elettorale - ha spiegato parlando del neo sindaco - è stata caratterizzata da una serie di promesse impegnative, tra cui la lotta per la trasparenza e la legalità. Una battaglia che, personalmente, mi vede coinvolta su base quotidiana in Parlamento e di cui, a Verona, si è fatto portavoce il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle, Alessandro Gennari. Sono convinta che Gennari e la consigliera neoeletta Marta Vanzetto si impegneranno in un’opposizione onesta e costruttiva, senza risparmiare nulla alla nuova amministrazione in particolare su questi fronti così cruciali per la città».

La vittoria del centrodestra non cancella però i problemi della coalizione dove l’alleanza tra Lega e Forza Italia, come dice il segretario veneto del Carroccio Da Re è una «alleanza intermittente: se Forza Italia traina il centro destra, allora qualcuno mi deve spiegare perchè a Jesolo non erano schierati con lo stesso candidato e a Belluno sì». Da Re non esclude una resa dei conti. «Mi chiedo anche perchè Berlusconi ha manifestato il suo appoggio a Verona per Sboarina- attacca - ma si è completamente dimenticato di farlo per Padova. E ancora: come la mettiamo a livello regionale con gli esponenti forzisti che continuano a stare seduti sugli scranni più alti del Consiglio dopo aver appoggiato la sfidante di Sboarina?». Un chiaro riferimento a Massimo Giorgetti, vicepresidente del consiglio regionale coordinatore di Forza Italia a Verona e schierato con Bisinella.

Da Re aggiunge: «In Veneto dobbiamo parlare di intesa a macchia di leopardo, caro Silvio, proprio in quella terra dove la coerenza sta invece di casa nella Lega Nord».

«I progetti politici nazionali nascono sul territorio e possono essere funzionali a tutti se c’è un obiettivo da raggiungere ma non possono essere la sedia di qualcuno: la politica è una cosa seria - conclude - se chi la propone ha dei valori e dei principi».

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