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Turismo, 4 milioni di euro a rischio

Turisti italiani stranieri con i trolley in piazza Bra. La tassa di soggiorno garantisce al Comune quasi 4 milioni di euro
Turisti italiani stranieri con i trolley in piazza Bra. La tassa di soggiorno garantisce al Comune quasi 4 milioni di euro
Turisti italiani stranieri con i trolley in piazza Bra. La tassa di soggiorno garantisce al Comune quasi 4 milioni di euro
Turisti italiani stranieri con i trolley in piazza Bra. La tassa di soggiorno garantisce al Comune quasi 4 milioni di euro

Abolire la tassa di soggiorno? Bella idea. Ma poi con quali fondi si finanzieranno le attività di promozione turistica? E potranno i Comuni rinunciare a un introito del genere che per Verona si avvicina ai quattro milioni, tra proventi da alberghi e bus turistici, e per il lago si attesta sui 12 milioni l’anno? La ventilata abolizione della tassa di soggiorno nel contratto di Governo stilato da Movimento 5 Stelle e Lega sta suscitando reazioni diverse, dalla perplessità al plauso, compresi molti timori (come quelli espressi dagli amministratori dei Comuni del lago, vedi a pagina 34) di restare senza risorse. COMMERCIANTI. «Abolire le tasse è sempre una bella notizia», dice Paolo Arena, presidente di Confcommercio e dell’aeroporto Catullo, «ma bisogna trovare le risorse per la promozione che già ora è in difficoltà. Certo, la tassa di soggiorno agli operatori turistici non è mai piaciuta, anche perchè pesa solo sull’alberghiero e in parte sui trasporti. E spesso è stata usata dai Comuni per altri scopi. Questa tassa l’abbiamo sempre contestata proprio perchè utilizzata sovente in modo improprio. Tuttavia la sua abolizione pone dei problemi che vanno affrontati subito, a partire dal reperimento di altre risorse per implementare i servizi turistici e per fare promozione adeguata». Bisogna tener presente che quest’ultimo aspetto è stato fortemente penalizzato, ricorda il presidente Arena: «Alle Camere di Commercio è stato impedito di fare promozione all’estero, le Province non hanno più fondi e i Comuni sono a loro volta sempre più in difficoltà. Se rinunciare alle tasse vuol dire non avere più servizi, allora non è una buona decisione. Personalmente sono dell’idea di calmierare i tributi obbligatori per il turismo e di trovare il modo di liberare altre risorse da dedicare alle iniziative per il turismo e alla promozione». ALBERGATORI. Enrico Perbellini, presidente della Cooperativa Albergatori Veronesi (Cav) definisce l’annunciata abolizione della tassa di soggiorno «una buona iniziativa perchè questa imposta colpisce solo il turista “permanente“, quello che si ferma a dormire in una struttura ricettiva, ma non certo quello di passaggio che usufruisce di servizi ma non vi contribuisce». La tassa di soggiorno, aggiunge Perbellini, «è un’imposta miope, che in alcune situazioni colpisce fino al 15-20 per cento del valore del pernottamento. Invece dovrebbe essere trasformata in una percentuale sul reddito prodotto. In altre parole spalmata su più settori del comparto turistico e in maniera proporzionale al valore della zona. Per dire, una pizzeria della Lessinia non può pagare lo stesso contributo di un locale analogo a Portofino. Invece oggi colpisce tanto poche categorie. Di certo va ripensata. E poi bisogna ricostituire, e mi pare che ce ne sia l’intenzione, il Ministero del Turismo, che è poi la nostra principale industria». CONSORZIO. Più scettico Oliviero Fiorini, presidente del Consorzio di promozione turistica Verona Tuttintorno, attualmente in liquidazione ma con la prospettiva di essere rilanciato. «In realtà la tassa di soggiorno si paga in tutta Europa», spiega Fiorini che è appena tornato da Francoforte dove ha partecipato alla Fiera dei Convention Bureau con l’idea di rivitalizzare quello di Verona. «Se si abolisce bisogna però trovare tanti soldi per i servizi e la promozione turistica. Pensiamo che a Venezia rende qualcosa come 56 milioni l’anno, a Verona città due e mezzo più gli introiti derivanti dai bus turistici che la fanno lievitare fino a quasi quattro. Bravo chi trova un’alternativa». COMUNE. L’assessore Francesca Toffali con deleghe alle attività economiche e produttive, commercio, arredo urbano, bilancio e tributi ribadisce che «non è questa tassa che ci pesa ma il fatto di non poter utilizzare i soldi bloccati dal Patto di stabilità, vale a dire 125 milioni che potrebbero esser utilizzati per la città. Se ci sbloccano alcuni milioni non c’è problema. Si può fare a meno della tassa di soggiorno, a patto che si liberino altre risorse. I Comuni virtuosi sanno come impiegarle efficacemente». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Elena Cardinali

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