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LO chiede il pd in Regione

Torna l’ipotesi
dell’obbligo
dei vaccini a scuola

La vaccinazione di un bambino
La vaccinazione di un bambino
La vaccinazione di un bambino
La vaccinazione di un bambino

Verso un ritorno all’obbligo vaccinale? Lo chiede il Partito Democratico in Regione, con una proposta di legge depositata pochi giorni fa, per superare la legge 7 del 2007 che sospendeva l’obbligo vaccinale nell’età evolutiva, vista la diminuzione della percentuale di copertura. «Sappiamo che la situazione di alcune zone del Veneto desta preoccupazione, spiega Claudio Sinigaglia, consigliere regionale e promotore della legge. «Ecco perché abbiamo pensato a una proposta che vincolasse l’accesso alla scuola primaria all’obbligo di vaccinarsi, perché al diritto allo studio va anteposto il diritto collettivo alla salute». Una scelta simile è stata adottata in Emilia-Romagna, con un progetto di legge che prevede l’obbligo delle vaccinazioni per l’iscrizione alle scuole dell’infanzia.

«Abbiamo esteso la ratio della norma presentata in Emilia Romagna, prevedendo l’obbligo di vaccino non solo per l’accesso alle strutture educative e ricreative della prima infanzia ma anche alle scuole primarie. In Veneto occorre prendere urgenti provvedimenti nei confronti di una situazione che è già stata per troppo tempo tralasciata: è stato assurdo credere che lasciando alle famiglie la possibilità della scelta queste non fossero facile preda di una controinformazione dirompente e pericolosa», continua Sinigaglia. «È nostro auspicio che la legge sia approvata in tempo utile per entrare in vigore a partire dal prossimo ciclo scolastico, non c’è un minuto da perdere». Proprio per fare il punto sulla situazione della copertura vaccinale nell’infanzia è stata anche convocata la quinta commissione regionale, ma dalla relazione di Francesca Russo, della direzione regionale Prevenzione, sicurezza alimentare, veterinaria, è emerso invece che la situazione in Veneto è sotto controllo, con anzi una leggera ripresa nello scorso anno.

Ogni sei mesi, infatti, viene presentato un report per verificare che la percentuale sia superiore all’85 per cento (soglia di allarme) o comunque sopra al 90 (soglia di attenzione). I dati relativi al secondo trimestre del 2015 indicano una percentuale del 90,5 per il vaccino anti poliomielite (preso come campione), il picco più basso era stato nel primo semestre 2014, con 88,6, comunque sempre al di sopra della soglia di allarme. Resta bassa l’adesione al vaccino contro il morbillo (87), che però non è mai rientrato nell’obbligatorietà.

La commissione ha poi proposto che per i comuni con copertura vaccinale inferiore al 90 per cento possa decidere, previa valutazione, l’allontanamento temporaneo o la non ammissione alla frequenza scolastica. Inoltre le strutture private che usufruiscono dei finanziamenti regionali, per avere maggior punteggio dovrebbero dimostrare una buona adesione al calendario vaccinale da parte degli iscritti.

«Non ho sottoscritto la proposta di legge che chiede la reintroduzione dell’obbligo per l’iscrizione a scuola», spiega Orietta Salemi, del Pd e membro della commissione regionale Sanità, «perché credo che la persuasione sia meglio della coercizione e anche perché nelle regioni dove permane l’obbligo i dati non sono migliori rispetto al Veneto. Bisogna però investire risorse in un’informazione scientifica, corretta e capillare, anche con campagne pubblicitarie di forte impatto».

Elisa Innocenti

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