<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Stabile-Atlantide,
ora il Consiglio
vuol vederci chiaro

Dopo un incrocio di lettere all'indirizzo di Palazzo Barbieri, il braccio di ferro fra il Teatro Stabile del Veneto e la Fondazione Atlantide è arrivato sul tavolo della commissione consigliare Trasparenza e Controllo.

Fra i due la questione riguarda la convenzione stipulata per gestire la stagione al Teatro Nuovo, e in particolare la rassegna «Il grande teatro». Scadrebbe il 31 dicembre, ma è stata interrotta in anticipo per via di alcuni contenziosi. Faccenda in cui l'Amministrazione c'entra poco, se non «per una questione di trasparenza dei rapporti fra le parti» fa presente il consigliere comunale di area tosiana Alberto Bozza, che presiede la commissione e ieri ha convocato una seduta con questo punto all'ordine del giorno.

Tutto ruota intorno alla delibera dell'8 settembre con cui la Giunta ha approvato il rinnovo dei contributi erogati alla Fondazione Atlantide, di cui il Comune è socio partecipante e finanziatore: 370mila euro l'anno per tre anni, fino al 2020.

Sotto la lente c'è l'assessore alla cultura Francesca Briani e il presunto conflitto di interessi fra il suo incarico istituzionale e il ruolo che ricopre all'interno di Atlantide. Era membro del Cda della fondazione, ma ha chiarito di essersi dimessa prima della nomina ad assessore, mentre rimane sul piatto il suo ruolo all'interno del Comitato dei Fondatori «il cui statuto prevede che i costituenti abbiano, fra gli altri, il potere di approvare il bilancio preventivo» ha sottolineato Paolo Meloni, di Ama Verona, interpellando anche l'assessore alla Trasparenza Edi Maria Neri, presente però solo alla prima parte della riunione.

Briani ha chiesto tempo per riconsiderare il tutto. Nessuna obiezione, anche alla luce della richiesta di numerosi altri consiglieri – in primis Ciro Maschio di Fratelli d'Italia, presidente del Consiglio – di approfondire il legame fra l'ente locale e le altre parti. In ballo ci sarebbe anche la riforma Madia che porterebbe il Comune fuori dalla fondazione; tema sollevato da Bertucco di Verona e Sinistra in Comune, e Ferrari di Verona Civica.L.PER.

Suggerimenti