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ALLARME del COMANDANTE PROVINCIALE

Si fingono carabinieri
e truffano gli anziani
Spariti soldi e gioielli

Per gli anziani il pericolo del raggiro è sempre dietro la porta. I carabinieri invitano a chiamare  il 112 se sconosciuti insistono per entrareIl colonnello Oresta, comandante provinciale dell’Arma DIENNE FOTO
Per gli anziani il pericolo del raggiro è sempre dietro la porta. I carabinieri invitano a chiamare il 112 se sconosciuti insistono per entrareIl colonnello Oresta, comandante provinciale dell’Arma DIENNE FOTO
Per gli anziani il pericolo del raggiro è sempre dietro la porta. I carabinieri invitano a chiamare  il 112 se sconosciuti insistono per entrareIl colonnello Oresta, comandante provinciale dell’Arma DIENNE FOTO
Per gli anziani il pericolo del raggiro è sempre dietro la porta. I carabinieri invitano a chiamare il 112 se sconosciuti insistono per entrareIl colonnello Oresta, comandante provinciale dell’Arma DIENNE FOTO

Anziani come prede. Adesso i truffatori alla caccia di denaro e preziosi custoditi nelle abitazioni, per farsi aprire la porta si fingono addirittura carabinieri, mostrando improbabili distintivi.

L’ultimo episodio è accaduto in un paese vicino a Villafranca. In casa di una coppia di ultrasettantenni arriva una telefonata. «Buongiorno, suo figlio è trattenuto in procura, gli servono subito tremila euro per pagare l’avvocato e fra poco riceverà la visita di una persona di sua fiducia». Passano pochi minuti e la «persona di fiducia», che si spaccia per carabiniere, suona il campanello. Trovare in casa tale cifra, però, non è facile. Tra quelli nei portafogli e i soldi messi da parte “perché non si sa mai“ saltano fuori solo 800 euro. Ma più che del denaro le vittime del raggiro sono preoccupate per il figlio, tanto da rinunciare spontaneamente a oggetti di valore, anche dal punto di vista affettivo.

«Possiamo darvi dell’oro?» chiedono ingenuamente, dopo essersi perfino scusati con chi li stava derubando, e tirano fuori dai cassetti collanine, qualche braccialetto, degli anelli. Il loro valore, lo sanno, supera i 2.200 euro “mancanti“. «Poi ci darete la differenza» dicono fiduciosi. A raccontare l’episodio è il comandante della Compagnia dei carabinieri di Verona, il colonnello Pietro Oresta. «Questo è solo l’ultimo episodio, il più eclatante, ma sono quasi all’ordine del giorno». E il copione è sempre quello. I soldi servono “per far uscire“ il figlio trattenuto in caserma». E la facilità con cui degli sconosciuti riescono a vincere la barriera della diffidenza nasconde veri drammi della solitudine. Si rischia la truffa pur di avere qualcuno con cui parlare. Spesso poi le vittime non riescono a fornire una descrizione dei malviventi. Anche per questo è difficile individuare i responsabili dei raggiri.

Il consiglio? «Quando si riceve la visita di persone sospette chiamare subito il 112». E ricorda: «I carabinieri non chiedono denaro e non vendono abbonamenti di riviste porta a porta, né fanno attività di recupero crediti... È impensabile che succeda». Estirpare l’odioso fenomeno è una priorità dell’Arma, assicura il comandante Oresta. «Per questo», aggiunge, «facciamo opera di sensibilizzazione nei luoghi frequentati dagli anziani e nelle scuole perché i nipoti possono diventare i nostri migliori alleati in questa battaglia».

Enrico Santi

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