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Dopo l'idea dei tornelli

Ressa per Giulietta senza vie di fuga, critiche dei visitatori

Dopo l'idea dei tornelli
Turisti pigiati come sardine ieri nel Cortile di Giulietta attorno alla statua FOTO MARCHIORI
Turisti pigiati come sardine ieri nel Cortile di Giulietta attorno alla statua FOTO MARCHIORI
Turisti pigiati come sardine ieri nel Cortile di Giulietta attorno alla statua FOTO MARCHIORI
Turisti pigiati come sardine ieri nel Cortile di Giulietta attorno alla statua FOTO MARCHIORI

Quattro file, disordinate, variabili e improvvisate, in entrata. Una, appiattita al muro, per l’uscita a cui si aggiunge la “via di fuga” scelta da alcuni attraverso il vicino negozio che ricama e personalizza grembiuli, tovaglioli e altro. Persone stipate come sardine sotto il Balcone, sporcizia e imbrattamenti diffusi un po’ ovunque. Qualcuno mangia gelati, panini e frutta fresca e parecchi rifiuti sono abbandonati sugli scalini delle attività limitrofe. La moda dei bastoni dei selfie, alzati e maneggiati per scattare foto da una migliore angolatura, non aiuta. Tanti auguri, inoltre, a quanti si addentrano con passeggini al seguito e alle persone in carrozzina.

È così che il sito turistico più gettonato della città, il Cortile di Giulietta, si mostra ai turisti proprio nei giorni di massimo afflusso di visitatori. E così, mentre a livello amministrativo si discute sull’opportunità o meno di adottare tornelli di accesso come a Venezia o comunque altri metodi di “difesa” contro il turismo di massa, era anche ieri.

La ressa inizia già fuori, in via Cappello. Traffico pedonale congestionato con persone ferme in attesa di capire dove e soprattutto come entrare, gruppi che aspettano di ricompattarsi. E ancora, guide turistiche, riconoscibili dal braccio alzato che tiene bandierine e ombrelli per rimanere individuabili tra la folla.

Tra queste, ieri c’era Silvia, guida turistica veronese che ha accompagnato un gruppo di turisti campani, in Veneto per il ponte del Primo maggio. «La visita al Cortile di Giulietta è una tappa fissa, richiestissima e impossibile da tralasciare. Certo, sono io stessa a “preparare” le persone su ciò che andranno a vedere e come. Compresi i foglietti volanti e i cerotti appesi. Qualche volta piovono critiche, soprattutto dagli adulti, ma per i ragazzi invece fare un selfie davanti alle pareti imbrattate è un must», spiega. Quanto ai tornelli, qualche perplessità c’è, anche se l’opinione dei visitatori che abbiamo sentito ieri è che un riordino è necessario. E urgente. «Mangiamo questa macedonia, poi ci avventureremo dentro: non vedo l’ora», spiega Denise Rosella, giovane torinese appoggiata al muro in via Cappello e che ha scelto Verona per una due giorni fuori porta insieme al fidanzato. Arrivati ieri, ripartono oggi, «ma Giulietta non la potevamo perdere. Non mi aspettavo questo caos, più ordine sarebbe opportuno, non si capisce nulla ed è bloccata tutta la via. Però essendo pedonale non ho paura: non credo possano esserci problemi di ordine pubblico». «Può succedere di tutto: non è tollerabile un simile delirio, che delusione.

L’accesso deve essere controllato, ordinato, a numero chiuso», replica invece frastornato all’uscita dal Cortile Eugenio Darsotti, pugliese. Sugli eventuali rischi per l’ordine pubblico in caso di panico, puntano il dito anche alcuni commercianti che si affacciano sulla via. Tra tutti, il proprietario della bottega storica di numismatica proprio di fronte alla Casa di Giulietta. «Non voglio nemmeno pensare all’ipotesi attentato, ma è sufficiente che nei momenti di punta qualcuno decida di urlare o provocare il panico che qui sarebbe l’inferno: mancano le vie d’uscita, un minimo di ordine e di decoro. Per non parlare del (mancato) rispetto delle regole. Piani di regolamentazione? Ufficialmente, non abbiamo visto ancora nulla». •

Ilaria Noro

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