<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Emerge da un'inchiesta su una banda di ladri

Quel rarissimo «King Albert»
da 70mila euro sparito nel nulla

Emerge da un'inchiesta su una banda di ladri
Due modelli della prestigiosa casa tedesca Lange&Söhne
Due modelli della prestigiosa casa tedesca Lange&Söhne
Due modelli della prestigiosa casa tedesca Lange&Söhne
Due modelli della prestigiosa casa tedesca Lange&Söhne

Fu ascoltando le conversazioni tra i due fratelli Hudorovic, Emanuele (detto Lachi) e Carlos (detto Beppe), che la polizia di Udine sentì che stavano proponendo ad un cittadino serbo residente a Milano alcuni orologi Cartier e Rolex.

Invero il triangolo si formò e quando Cristian Braidic propose un orologio raro, uno dei 12 esemplari al mondo che disse essere di famiglia. Quell’orologio del valore di 70mila euro, con il numero di serie «12», con garanzia ed esclusiva scatola in legno chiaro, era in realtà un Lange&Söhne che era stato sottratto ad un medico. Tutti i passaggi erano stati monitorati, la polizia aveva assistito, tramite una telecamera, all’arrivo e alla partenza dei compratori ma quando l’auto sulla quale viaggiava l’acquirente venne fermata in autostrada, la Polstrada trovò solo la scatola e la garanzia ma non il Lange&Söhne in platino.

Ma per Braidic (difesa Cazzola) scattò l’accusa di ricettazione. «Avrebbe dovuto essere la mia pensione», ha spiegato al giudice Claudio Prota e al pm Paolo Sachar il derubato, un professionista friulano. «Il 18 aprile 2014 fu la signora che veniva a fare le pulizie a scoprire il furto all’interno del mio studio. Era tutto sotto sopra, erano spariti 3.000 euro in contanti, un computer e dieci orologi da collezione. Li tenevo nello studio e c’era anche quello più pregiato, il King Albert, interamente fatto a mano dalla ditta di Dresda e con il numero di serie ”12”. Era stata un’occasione, l’avevo pagato meno della metà del suo valore reale».

Descrisse la scatola e i dati della garanzia. Fu per questo che un mese dopo, sentendo che quella marca veniva citata nelle telefonate tra un gruppo di giostrai (che poi furono arrestati nel 2016 nell’operazione Lachi, appunto) iniziarono a monitorare le telefonate. «L’orologio venne proposto a un cittadino serbo, concordarono il prezzo, 11mila euro, che vennero consegnati a Hudorovic il quale a sua volta trattenne per sé 6mila euro. Il 25 maggio si incontrano con Braidic a Mestre», ha relazionato il commissario di polizia citando le intercettazioni di riferimento, «poi la sera chiamato il compratore e si accordano per la consegna il giorno successivo, a casa degli Hudorovic».

Fu per questo che venne installata una piccola telecamera all’ingresso della via. Notarono l’arrivo del fratello del compratore e della moglie, li videro uscire e andare verso l’autostrada. «Non li abbiamo mai persi di vista». Solo che quando la pattuglia fermò la macchina trovò la scatola e la garanzia ma non l’orologio. Sparito.

Fabiana Marcolini

Suggerimenti