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LA SCOPERTA

Quando Sottoriva
era una spiaggia
del Medioevo

A Sottoriva scoperto il tratto dell’antica «spiaggia»Davide Veneri con una stampa dell’Adige a inizio NovecentoVia Sottoriva oggi. Nelle cantine si possono trovare reperti storiciI differenti materiali utilizzati nel corso dei secoli
A Sottoriva scoperto il tratto dell’antica «spiaggia»Davide Veneri con una stampa dell’Adige a inizio NovecentoVia Sottoriva oggi. Nelle cantine si possono trovare reperti storiciI differenti materiali utilizzati nel corso dei secoli
A Sottoriva scoperto il tratto dell’antica «spiaggia»Davide Veneri con una stampa dell’Adige a inizio NovecentoVia Sottoriva oggi. Nelle cantine si possono trovare reperti storiciI differenti materiali utilizzati nel corso dei secoli
A Sottoriva scoperto il tratto dell’antica «spiaggia»Davide Veneri con una stampa dell’Adige a inizio NovecentoVia Sottoriva oggi. Nelle cantine si possono trovare reperti storiciI differenti materiali utilizzati nel corso dei secoli

In via Sottoriva riscoperta la passeggiata sull’Adige: sarà presto aperta al pubblico. Il tratto dell’antica «spiaggia» è venuto alla luce al civico 12 durante i lavori nei locali interrati di un nuovo esercizio commerciale e sarà un percorso visitabile. Tra i reperti sono state trovate anche alcune colonne in bronzo di epoca medievale.

A testimoniare quanto lo stesso nome «Sottoriva» deriva dalla posizione in cui è ubicata la via è anche un tratto di argine romano ritrovato sull’altro lato della strada. Si trova a circa 4 metri sotto l’attuale livello stradale, in una cantina privata. A raccontare la scoperta della «spiaggia» è il ristoratore ed appassionato di storia, Davide Veneri. «La passeggiata», dice, «è la “cantina” di una vecchia falegnameria. Ci troviamo nella parte più recente di via Sottoriva con costruzioni del XIV secolo e le pietre romane visibili sono di recupero. Via Sottoriva era ricca di attività commerciali anche nel passato, soprattutto legate all’artigianato. Un fatto che promuoveva gli affari della città in questi locali. Tanto che Napoleone quando giunse a Verona decise di numerare i civici proprio da questa strada, dove si trova ancora il numero “1” della città».

«Il piano stradale di questo lato», prosegue, «era in verità il primo delle abitazioni e divenne il piano terra con la costruzione degli argini alla fine dell’Ottocento. Si notano ancora le finestre «a metà» come lo sono anche le colonne interne. Per tornare alla condizione originaria dobbiamo immaginare un porto sul fiume e dalla via una discesa verso la spiaggia con una passeggiata ad archi.

Era il posto dove si trovano i mulini ed erano ricoverati i sabionari, cioè le barche di raccolta della sabbia utilizzata in edilizia». Il tratto di passeggiata con gli archi si trova nella zona chiamata «Regaste orti» di via Sottoriva dove un tempo giungevano la frutta e la verdura dalla campagna. Scendendo nell’attuale cantina si nota la differenza di materiali utilizzati sovrapposti e la copertura a vela, simile a una cupola con base quadrata. Su alcune volte ci sono i fori utilizzati per il grano e in un angolo sono stati raccolti alcuni mattoni, forse qualcuno di epoca romana. Poco distante, c’è un pozzo medievale che funzionò sino agli inizi dello scorso secolo. Sull’altro lato della strada, invece, sono conservati i resti dell’argine romano. Il vecchio alveo del fiume era molto più basso dell’attuale e con esso anche il piano stradale. Il muro romano coincide con il profilo interno di via Sottoriva e, pertanto, le colonne del porticato si trovano oltre il limite della città antica e «affondono» dove era la vecchia riva del fiume. Nel muro si vede anche uno spezzone di pietra lavorata, forse creata per un’ara romana e recuperata nell’antichità.

Al centro delle case sul lato «romano» si trovano ancora tracce dell’antica cloaca romana e la condotta fognaria era ancora funzionante in età medievale. «Le case medioevali», spiega Luciano Zampieri, proprietario dell’immobile, «sono costruite sul muro romano di contenimento dell’Adige che coincide con il limite estremo dell’urbe. Era un fiume molto largo e con un alveo profondo».

In via Sottoriva ci sono anche le tracce di una leggenda: un palazzo sarebbe stato abitato da Dante Alighieri. Di certo c’è la casa dei «Montesilice» di cui una figlia, Esterina, divenne moglie di Pietro III degli Alighieri, discendente diretto del sommo poeta.

Marco Cerpelloni

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