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Plebiscito per il contratto Lega-M5S

Il gazebo della Lega allo stadio. A destra il presidente della circoscrizione Zavarise e Vanzo FOTO MARCHIORIIl deputato del 5 Stelle Fantinati con la consigliera Vanzetto
Il gazebo della Lega allo stadio. A destra il presidente della circoscrizione Zavarise e Vanzo FOTO MARCHIORIIl deputato del 5 Stelle Fantinati con la consigliera Vanzetto
Il gazebo della Lega allo stadio. A destra il presidente della circoscrizione Zavarise e Vanzo FOTO MARCHIORIIl deputato del 5 Stelle Fantinati con la consigliera Vanzetto
Il gazebo della Lega allo stadio. A destra il presidente della circoscrizione Zavarise e Vanzo FOTO MARCHIORIIl deputato del 5 Stelle Fantinati con la consigliera Vanzetto

Meno tasse, sicurezza, un’altra Europa, lotta alla corruzione. Contratto per il governo giallo-verde alla conta al mercato dello stadio, sotto un sole cocente. Ed è un plebiscito per il «Sì», che supera anche malumori, come nei numerosi gazebo leghisti tra città e provincia, ieri; e oggi si prosegue. Sinora oltre duemila votanti, sui 10 principali punti. Roberta, 56 anni, impiegata, vota sull’accordo Lega-Movimento 5 Stelle al banchetto della Lega. Che considera Verona - con Lorenzo Fontana vicepresidente della Camera, vicesegretario leghista e papabile ministro - un laboratorio nazionale sul gradimento del contratto. Non è militante verde-leghista, Roberta, ma il suo è un “Sì” convinto. «Rivedere la Legge Fornero, controllo dell’immigrazione, riforma di sanità e giustizia, pene certe per chi delinque», dice. Gira in maglietta gialla tra i banchi a distribuire volantini con altri sostenitori del 5 Stelle Olimpia Paudice, 63 anni, ex funzionaria dell’Agenzia delle Entrate, attivista del M5S. Che ha fatto votare gli iscritti, sul contratto, nella piattaforma Rousseau in cui il “Sì” ha già riscontrato il 94%. «Rivedere la legge Fornero sulle pensioni, lotta al precariato e politiche di promozione del lavoro». Insomma: linea analoga ai leghisti. Così il luogo in cui si concentrano una trentina di etnie, il mercato dello stadio, diventa il termometro, come tanti altri mercati e piazze dove anche oggi si potrà dire “Sì” o “No” - per capire se piace o meno l’accordo di governo tra i leader Matteo Salvini della Lega (17,6%, nel 37 del centrodestra) e Luigi Di Maio del 5 Stelle, al 32. A raccogliere le adesioni sulla scheda al gazebo (si esibisce la carta d’identità e si firma; può votare chiunque) ci sono Francesca Vanzo, 34 anni, ingegnere, consigliera di amministrazione dell’Agsm - «compromesso necessario, con i 5 Stelle. Mi aspetto sostegni a natalità e famiglie e alla ricerca scientifica, perché la ricerca di oggi è il lavoro di domani», dice - e Renato Lelli, 66 anni, già al Terzo stormo dell’aeronautica, delegato nazionale della Lega. «Giusti la flat-tax, rivedere la legge Fornero e altri punti. I 5 Stelle? Un po’ volubili, mentre noi abbiamo un partito e siamo più solidi. Vedremo». Al gazebo dello stadio hanno votato 352 persone. Tre soli i “No”. Così numerosa, l’affluenza, che sono finite le schede e i dirigenti invitavano a votare in altri luoghi. Antonino Caliri, 65 anni, dipendente ospedaliero, siciliano, da quattro anni a Verona: «Rivedere la Fornero e aiuti al lavoro. Ho tre figli e penso a loro». Un siciliano vota Lega: male di pancia? «Prima la Lega nordista non mi piaceva, ma Salvini è diverso. Spero si comporti in modo davvero onorevole». Sauro Cristiani, 56 anni, musicista, non fa sconti: «I grillini non mi piacciono, ma mi fido di Salvini. Con Di Maio ha trovato un punto d’incontro su immigrazione, pensioni e altri temi». Già, basta sbarchi di clandestini e rimpatri, autonomia regionale, asilo nido gratuiti, garanzie per la legittima difesa: sono altri punti del contratto. C’è chi dissente. «Io voto Lega ma non firmo. La flat tax è assurda», dice Giuseppe Sauro, 66 anni, «perché dà vantaggi fiscali a chi prende più soldi. La metterei solo per le aziende». Ma il M5S dà garanzie? Orazio Andreetti, 61 anni, impiegato, delegato nazionale della Lega, è fiducioso: «Di Maio è giovane, a volte un po’ fantasioso, ma leale». Dice “No” Francesco Magri, 83 anni, dirigente in pensione: «Ma non mi hanno fatto votare. Io sono leghista, ma non concordo con il patto con il M5S». Sul fronte pentastellato il volantino distribuito al mercato dice anche “via subito 400 leggi inutili, reddito e pensione di cittadinanza, tagli agli sprechi, stop al business dell’immigrazione, 17 miliardi per famiglie con figli, lotta alla corruzione”. «Io condivido i punti», dice Patrizia Rinaldi, 62 anni, pensionata, iscritta al M5S, «e vedremo come verranno attuati», dice, girando i banchi con Marta Vanzetto, consigliera comunale, e il deputato del M5S Mattia Fantinati. Sergio Passarini, 61 anni, dipendente di Trenitalia, M5S: «In linea di massima va bene». Margherita Meneghetti, 33 anni, capogruppo del M5S in Terza circoscrizione (Borgo Milano, Chievo, San Massimo, Stadio, Borgo Milano): «Importante il reddito di cittadinanza», dice, «ma al nostro Paese servono riforme strutturali, previste nell’accordo». Il fratello Alessandro Meneghetti, 32 anni, lavora alla Fondazione Arena e anche nei Vigili del Fuoco: «Il M5S ha lavorato sull’onestà, i suoi parlamentari hanno restituito parte dello stipendio per darlo ad aziende in crisi. Dà garanzie. Salvini non è estremista». Prima però, dice Gian Paolo Sardos Alberini, 69 anni avvocato, già presidente dell’Agsm e di Acque Veronesi, «provvedimenti a costo zero su immigrazione, lotta alla burocrazia e inasprimento delle pene». Al mercato Federico Benini, consigliere comunale del Pd, sfida: «Vedremo Salvini con il sud che farà». Antonio Lella, ex assessore tosiano: «Il governo durerà otto mesi». Ma ai giallo-verdi, il contratto, piace. •

Enrico Giardini

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