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Oltraggio ai martiri di Cefalonia

Uno dei teppisti ripresi delle telecamere di videosorveglianza mentre porta via le coroneLe corone nel vallo di via città di Nimes FOTOSERVIZIO DIENNEUn teppista che prende a scarpate la corona ai cadutiLa cerimonia del 20 settembre al monumento della divisione Acqui
Uno dei teppisti ripresi delle telecamere di videosorveglianza mentre porta via le coroneLe corone nel vallo di via città di Nimes FOTOSERVIZIO DIENNEUn teppista che prende a scarpate la corona ai cadutiLa cerimonia del 20 settembre al monumento della divisione Acqui
Uno dei teppisti ripresi delle telecamere di videosorveglianza mentre porta via le coroneLe corone nel vallo di via città di Nimes FOTOSERVIZIO DIENNEUn teppista che prende a scarpate la corona ai cadutiLa cerimonia del 20 settembre al monumento della divisione Acqui
Uno dei teppisti ripresi delle telecamere di videosorveglianza mentre porta via le coroneLe corone nel vallo di via città di Nimes FOTOSERVIZIO DIENNEUn teppista che prende a scarpate la corona ai cadutiLa cerimonia del 20 settembre al monumento della divisione Acqui

Non è stato semplicemente un gettare corone di alloro lontane dal monumento in cui soltanto venerdì erano state deposte. Non è soltanto un atto vandalico barbaro, ma lo spregio del sacrificio di quegli italiani che vennero trucidati 75 anni. Perchè quelle corone in memoria sono state anche prese a calci. A scoprire quelle corone nel vallo, una nostra lettrice, che ha subito chiamato la nostra redazione. Era il settembre 1943, quando circa settemila soldati della Divisione Acqui, sulle isole greche tra Cefalonia e Corfù, dopo l'armistizio, furono trucidati dai tedeschi per aver scelto di restare fedeli alla bandiera italiana e non consegnare le armi ai nazisti, alleati e d’improvviso nemici. Venerdì, cinque di quei superstiti erano lì, con il loro orgoglio, a ricevere l’omaggio dei reparti schierati. E per quella commemorazione erano state deposte le corone di alloro. Un gesto simbolico, per tributare a quegli uomini il giusto riconoscimento per quanto hanno fatto a difesa della democrazia di cui noi oggi godiamo. Non appena è stato informato del fatto, l’assessore alla sicurezza Daniele Polato ha subito chiesto alla polizia Locale di andare a fare una verifica e ha disposto con gli uffici comunali il recupero delle corone. Sull’argomento è intervenuto il sindaco Federico Sboarina: «È un atto vandalico grave perché offende non solo la memoria dei nostri soldati, ma anche l’intera città che solo due giorni fa si è stretta nella commemorazione della divisione Acqui e della sua tragica fine. Ringrazio la signora che ha segnalato l'accaduto al giornale l’Arena, la collaborazione dei cittadini e il loro senso civico sono preziosi alle istituzioni per svolgere al meglio il proprio compito. Infatti, grazie alle telecamere a difesa del monumento nazionale, la polizia Locale sta già facendo le indagini per l’identificazione dei teppisti. Nella città che amministro, non viene in alcun modo accettato l’oltraggio ai simboli della nostra nazione e della valorosa storia dell'Esercito italiano». E anche l’assessore alla sicurezza Daniele Polato prende posizione: «Questo è davvero un brutto gesto», ha detto l’assessore, «oltraggioso nei confronti di tutti quei soldati che hanno sacrificato la loro vita. Verificheremo se con le telecamere di sorveglianza sia possibile vedere chi ha commesso quest’atto vigliacco». E infatti, pochi minuti dopo, dal comando della polizia Locale è arrivata la risposta: le telecamere sabato pomeriggio hanno ripreso quattro persone che tra le 15.50 e le 17, hanno prelevato le corone. In un caso, il giovane, vedendo che arrivava gente ha momentaneamente appoggiato la corona, per poi trasportarla e lanciarla nel vallo. Ma la storia continua fino a dopo la 19, quando si forma un capannello di giovani, tra cui quello che prima indossava una camicia azzurra e poi ha messo una giacca nera e lo si vede, sempre nelle immagini della polizia Locale prendere a scarpate la corona di alloro del Comune di Verona. Il sospetto che l’atto sia una forma di ritorsione per i tre arresti in flagranza, per spaccio, messi a segno venerdì proprio sui Bastioni? È una delle ipotesi. Ora quelle immagini verranno consegnate alle forze dell’ordine per cercare di identificare quei giovani. Non è la prima volta che dopo la deposizione di corone di alloro vengono messi in atto atti vandalici. Anche in passato, a seguito di deposizioni del 4 novembre s’erano verificati episodi simili, ma svariati anni or sono. Di recente gli “Angeli del bello“, in vista della cerimonia, avevano ripulito dall’imbrattamento il monumento della divisione Acqui. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Alessandra Vaccari

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