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Motor Bike a tutto gas Business da 5 miliardi

Motor Bike ha aperto i battenti richiamando già grande pubblico nella prima giornata: probabilmente verrà superato il record di 160mila visitatori FOTO MARCHIORISamuele Reali con le sue «sculture in movimento» al Motor BikeIl presidente di Veronafiere Maurizio Danese FOTOSERVIZIO MARCHIORI
Motor Bike ha aperto i battenti richiamando già grande pubblico nella prima giornata: probabilmente verrà superato il record di 160mila visitatori FOTO MARCHIORISamuele Reali con le sue «sculture in movimento» al Motor BikeIl presidente di Veronafiere Maurizio Danese FOTOSERVIZIO MARCHIORI
Motor Bike ha aperto i battenti richiamando già grande pubblico nella prima giornata: probabilmente verrà superato il record di 160mila visitatori FOTO MARCHIORISamuele Reali con le sue «sculture in movimento» al Motor BikeIl presidente di Veronafiere Maurizio Danese FOTOSERVIZIO MARCHIORI
Motor Bike ha aperto i battenti richiamando già grande pubblico nella prima giornata: probabilmente verrà superato il record di 160mila visitatori FOTO MARCHIORISamuele Reali con le sue «sculture in movimento» al Motor BikeIl presidente di Veronafiere Maurizio Danese FOTOSERVIZIO MARCHIORI

Danilo Castellarin Partenza con impennata per Motor Bike Expo che ieri in fiera ha visto il primo assalto di visitatori. Ma l’ondata massiccia è attesa per oggi, domani e domenica. Con un’invasione di «pasionarios» che arriveranno in città per scoprire moto da favola, pezzi unici, accessori esclusivi e ragazze in sella fasciate in leggings che non lasciano niente alla fantasia. Una fiera della moto ormai completa, con autorevoli case costruttrici che mostrano le novità 2018 e centinaia di customizer, ossia gli artisti che vivono di pane, moto e fantasia, capaci di personalizzare la moto con tocchi esclusivi, fondendo insieme materiali nobili e poveri, legno e titanio, cuoio e plastica, ferro e argento. Al taglio del nastro il presidente di Veronafiere Maurizio Danese e l’organizzatore Francesco Agnoletto insieme all’assessore al turismo della Regione Veneto Federico Caner e all’assessore allo sport del Comune Filippo Rando, hanno ricordato come questa rassegna abbia ormai abbracciato in modo trasversale tutto il panorama delle due ruote: dallo sport allo show, dal turismo alla formazione, dalla sicurezza alle ultime novità del mercato. Otto padiglioni con 700 aziende espositrici, preparatori e customizer di fama internazionale, più di 21mila metri quadrati di aree esterne riservate a oltre 60 gare ed esibizioni. «Motor Bike Expo inaugura il nostro calendario fieristico 2018 – commenta il presidente Maurizio Danese – forte di un successo che si è consolidato negli anni, passando in 10 edizioni da 95mila e a 160mila visitatori». Verona diventa così il palcoscenico ideale per presentare le moto del 2018, un po’ la Detroit italiana delle due ruote, forte del vento positivo di un mercato che tira come una vaporiera e che lo scorso anno ha fatto segnare una crescita del 5,1% sul 2016, con un fatturato di oltre 5 miliardi di euro, più l’indotto. Perchè questo successo? Un po’ perché la moto è libertà accorcia i tempi e saltella fra le code e un po’ perché fa sentire eternamente giovani quelli che proprio non ne vogliono sapere di invecchiare e cercano il feticcio dei vent’anni, le emozioni dell’adolescenza. Infatti ad ogni edizione di questa fiera quello che più colpisce è l’emozione. Fiumi di appassionati che corrono per vedere come far diventare unica e irripetibile la loro moto. La storia del marchio conta poco. Perché alla rigorosa conservazione dei mezzi meccanici che è un po’ la regola numero uno per i patiti di auto storiche fuoriserie, qui prevale l’interpretazione personale. Insomma la moto quasi come un figlio meccanico, un’appendice di se stessi. E quindi unica, irripetibile, esclusiva. Fin dall’ingresso, superati i circuiti dove auto e moto sgommano fumanti in uno show di perizia temeraria, dentro Motor Bike Expo si susseguono per otto padiglioni e quasi centomila metri quadrati, moto fantastiche che fanno a gara per attirare gli occhi del pubblico, con colori, forme, cromature e molte citazioni di modelli del Novecento, perché ormai tutti hanno capito che il cliente ideale viaggia sui cinquanta e dispone di quella liquidità che manca al ventenne, al quale fra l’altro importa poco o niente delle emozioni cantate da Lucio Battisti nella mitica «Il tempo di morire», quella che partiva con «motocicletta, dieci accapì». Oggi, grazie alla tecnologia evoluta, i cavalli sono diventati centinaia, i motori turbo, le accelerazioni davvero brucianti, le moto sono velocissime, prestazionali, sicure, come può esserlo una moto, intendiamoci. Le proposte fanno letteralmente girare la testa: accanto a Honda, Yamaha, Kawasaki, Guzzi, Ducati, Harley-Davidson, Caballero, Mash, Mondial, Swm, Ajs e tante altre c’è il triciclo “trike” della Dueti di San Giovanni Lupatoto (19 e 22 mila euro) con motore turbo da 200 cavalli che permette di agganciare anche una roulotte. Ci sono le sculture in movimento di «Abnormal Cycles» frutto della passione di Samuele Reali che per dieci anni ha battuto i cimiteri delle moto americane recuperando motori Harley-Davidson e i telai Indian, componendoli poi insieme e creando moto da 80, 90 mila euro, con finiture d’alta ebanisteria, radica della California, insomma autentici gioielli a due ruote. Mister Artrix, al secolo Massimo Gullone, propone motociclette di 2000 di cilindrata decorate a mano, un lavoro che richiede sei mesi. E se volete spegnere la luce del comodino sognando il primo ciclomotore, ci sono le lampade vintage di Sergio Spadavecchia che ha montato fili e luci sui serbatoi dei vecchi motorini, un sogno illuminato che costa meno di cinquanta euro. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Danilo Castellarin

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