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Meno cemento nei piani urbanistici

La zona di San Rocchetto a Quinzano dove erano previste nuove case: la Giunta ha detto noLe demolizioni all’ex fabbrica Tiberghien di San Michele Extra
La zona di San Rocchetto a Quinzano dove erano previste nuove case: la Giunta ha detto noLe demolizioni all’ex fabbrica Tiberghien di San Michele Extra
La zona di San Rocchetto a Quinzano dove erano previste nuove case: la Giunta ha detto noLe demolizioni all’ex fabbrica Tiberghien di San Michele Extra
La zona di San Rocchetto a Quinzano dove erano previste nuove case: la Giunta ha detto noLe demolizioni all’ex fabbrica Tiberghien di San Michele Extra

Giro di vite su centri commerciali e nuove palazzine per case. Eliminati i progetti edilizi a Palazzina, del centro commerciale alla Cercola, a San Michele, della lottizzazione a Santa Maria in Stelle e di una all’ex tiro al piattello, sulle Torricelle, che dovrà essere abbattuto e la volumetria edilizia verrà assegnata altrove. Cancellati quelli di un campo da golf alla Spianà, e poi i piani urbanistici attuativi di un centinaio di appartamenti tra le chiese di San Rocco e di San Rocchetto, vicino a Quinzano, e di un altro centinaio a Montorio, in via dei Tigli, e di uno a Quinto. Bocciate venti trasformazioni di annessi rustici in ristoranti, bed and breakfast e strutture ricettive sulle Torricelle e nel parco dell’Adige sud e nord: approvate dunque solo 11 sulle 31 domande accolte, già scremate sulle 91 presentate. Tra progetti stralciati o ridotti l’edificazione complessiva prevista in città cala di 15.697 metri quadrati. Sono risultati della revisione della variante urbanistica 23 - che rimodula il Piano degli interventi del 2011 - approvata dalla Giunta comunale, curata dall’assessore all’urbanistica, all’edilizia privata e all’ambiente Ilaria Segala. La 23 consiste in riconversioni di aree in Zai, nella revisione dei vincoli in edifici del centro storico, nella riqualificazione della zona collinare e dei parchi, nell’adeguamento della legge regionale 50 sulle grandi strutture di vendita. Sono poi state reinserite schede norma in lista d’attesa dal 2011. La precedente amministrazione, guidata dal sindaco Flavio Tosi, l’aveva approvata ma non adottata. Quella del sindaco Federico Sboarina l’ha ridisegnata. La Segala ha illustrato le modifiche apportate alla 23, con Sboarina e presente l’assessore al patrimonio e alla trasparenza Edi Maria Neri. Come illustrato dalla Segala, rispetto alla prima versione della 23 sono state eliminate sei grandi strutture di vendita e quattro da grandi sono diventate medie. Tra cui quelle previste alla Cercola, alla Bassona e alla Spianà. Tre le grandi strutture a cui è stata notevolmente ridotta la superficie commerciale quella di un Rossetto in corso Milano (da 11.300 a 8.200 metri quadrati), all’ex lanificio Tiberghien, a San Michele, da 15.305 a 6.000 metri quadrati, e all’ex manifattura Tabacchi, in Zai, vicino alla Fiera, da 18.406 a 7.000. Quest’ultimo progetto - il complesso, fatiscente, è della Quadrifoglio spa presso la Cassa depositi e prestiti, che vuole venderlo - riguarda un comparto che potrebbe interessare lo sviluppo della Fiera e come passaggio dalla futura stazione di Porta Nuova per i treni ad alta velocità. L’amministrazione ha poi ridotto del 16,86 per cento il perimetro del centro urbano in cui è possibile autorizzare la costruzione di nuovi centri commerciali, in attuazione alla normativa regionale di pianificazione delle aree per strutture di vendita. Esclusi da nuove costruzioni commerciali anche il centro urbano di Ca’ di David e parte della Bassona. Ridotta del 18 per cento la superficie agricola utilizzabile (Sau) per nuove edificazioni, da 784.405 metri quadrati della vecchia variante a 645.245 della nuova versione, «che preserva una notevole percentuale di territorio», dice la Segala. Per le nuove costruzioni è stato reinserito il vincolo di utilizzo del contributo di sostenibilità per opere pubbliche al 100 per cento, anziché al 50, nel territorio in cui si attuano i progetti. «Abbiamo poi modificato alcuni progetti edilizi in zona di possibili esondazioni di corsi d’acqua», dice la Segala. «In collina via a 11 progetti sui 31 approvati in precedenza, dopo la verifica su abusi. In centro storico e nei centri storici minori non si potrà più realizzare medie strutture di vendita alimentari: ciò per preservare i negozi di vicinato». «Con questo intervento si realizza parte del nostro programma elettorale», dice il sindaco. «È un provvedimento che non cancella, ma riscrive lo sviluppo urbanistico, partendo da una visione complessiva della crescita della città, con una particolare attenzione alla salvaguardia ambientale e alla tutela di aree cittadine come Verona sud e la Zai. È stato un percorso lungo ma necessario. Ora la parola passa al Consiglio comunale, per un confronto che mi auguro il più proficuo possibile». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Enrico Giardini

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