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L’autunno caldo di Palazzo Barbieri

Piazza delle Erbe, piazza dei Signori e il quartiere tra via Rosa e l’Adige dove sorgono i palazzi ex Unicredit da riconvertireSboarina e Mazzucco ieri in piazza Bra FOTO MARCHIORI
Piazza delle Erbe, piazza dei Signori e il quartiere tra via Rosa e l’Adige dove sorgono i palazzi ex Unicredit da riconvertireSboarina e Mazzucco ieri in piazza Bra FOTO MARCHIORI
Piazza delle Erbe, piazza dei Signori e il quartiere tra via Rosa e l’Adige dove sorgono i palazzi ex Unicredit da riconvertireSboarina e Mazzucco ieri in piazza Bra FOTO MARCHIORI
Piazza delle Erbe, piazza dei Signori e il quartiere tra via Rosa e l’Adige dove sorgono i palazzi ex Unicredit da riconvertireSboarina e Mazzucco ieri in piazza Bra FOTO MARCHIORI

Quello che si apre oggi, al termine del ponte dei Santi, si preannuncia come un novembre «caldo» per Palazzo Barbieri. E se da una parte, dopo le elezioni per il presidente della Provincia, si fa sempre più pesante il clima di sospetto all’interno del centrodestra scaligero con la caccia ai «traditori» che nell’urna hanno girato le spalle al candidato della Lega, dall’altra si registra un gesto di distensione, dopo dieci giorni di gelo, tra il sindaco Federico Sboarina e il presidente della Fondazione Cariverona Alessandro Mazzucco. I due si sono dati appuntamento all’alzabandiera, in piazza Bra, che ha dato inizio alle celebrazioni del 4 Novembre. E anche se gli interessati assicurano che una guerra fra di loro non c’è mai stata, più di uno ha associato l’incontro, facendo ovviamente le debite proporzioni, a un armistizio. Quello di ieri alle 9.15, in effetti, è stato il primo faccia a faccia tra il sindaco Sboarina e Mazzucco, dopo le esternazioni di quest’ultimo nel corso della presentazione degli investimenti per 26 milioni nelle province di Verona, Vicenza, Belluno, Ancona, Mantova. Parole che erano suonate come una critica, anche nei confronti dell’amministrazione comunale. «A Verona», aveva detto Mazzucco il 26 ottobre, «serve maggiore capacità decisionale, maggiore dinamismo». Aggiungendo di notare «una eccessiva tendenza alla conservazione». Parole pesanti che avevano provocato irritazione a Palazzo Barbieri. Poi, nell’ultima settimana, si erano attivati i pontieri con un susseguirsi di telefonate e mail fino all’appuntamento di ieri, un modo, con tutta probabilità, per dimostrare pubblicamente che non ci sono tensioni tra via Forti e palazzo Barbieri. E adesso, entrambi parlano di «malinteso» risolto. «No, non c’era stata nessuna critica al Comune», taglia corto Mazzucco dopo il colloquio con Sboarina, «ma soltanto l’auspicio rivolto a tutte le componenti della città ad essere più concreti e rapidi nel compattarsi e prendere le decisioni che servono. Il problema», aggiunge il presidente della Fondazione Cariverona, «è la burocrazia che rallenta enormemente progetti e opere». Sboarina annuisce: «Questo è un problema anche per noi, visto che per qualsiasi iniziativa ci vogliono almeno due anni per vedere qualcosa concretizzarsi. E basta un ricorso al Tar per protrarre all’infinito un’operazione». Anche il sindaco, dopo il colloquio di chiarimento, smentisce le polemiche: «Siamo assolutamente allineati per il bene della città, ci sono troppi progetti importanti in ballo, per questo la strada del dialogo è fondamentale ed è quello che abbiamo sempre fatto. Ci siamo accordati per vederci a breve». E tra le partite sulle quali si aprirà un confronto serrata tra Comune e Fondazione c’è quella del cambio di destinazione d’uso degli edifici del centro di proprietà della Fondazione, interessate al cosiddetto “Piano Marino Folin”. Si tratta di un vasto programma di riconversione in alberghi, sale congressi, centri benessere. L’intervento urbanistico, confermano in municipio, è «da mesi sul tavolo di lavoro». Inoltre, Mazzucco ha chiesto di poter dire la sua anche su infrastrutture e programmi per la candidatura della città a capitale europea della cultura. Sul fronte della politica, questa settimana, su sollecitazione della Lega, ci sarà una verifica di maggioranza. A provocare fibrillazione sono stati, lo scorso 31 ottobre, i cinque «franchi tiratori» tra i consiglieri comunali di Verona che hanno dato il loro voto ponderato ad Arturo Alberti, il rivale di Manuel Scalzotto, eletto presidente della Provincia sul filo di lana e appoggiato ufficialmente dal centrodestra. Nessuno, finora, si è assunto la paternità del «tradimento». Oggi, intanto, con le prime recinzioni in via Comacchio, a Borgo Roma, parte ufficialmente il cantiere del filobus, opera attesa da oltre un decennio e che si vuol far circolare dal 2022. Slitta al 12 novembre, invece, il via ai lavori di conservazione e valorizzazione dell’Arena finanziati con 14 milioni da Unicredit Banca e da Cariverona. •

E.S.

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