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Giulietta, dopo 80 anni
il balcone si rifà il look

La Casa di Giulietta, uno dei luoghi più visitati di Verona
La Casa di Giulietta, uno dei luoghi più visitati di Verona
La Casa di Giulietta, uno dei luoghi più visitati di Verona
La Casa di Giulietta, uno dei luoghi più visitati di Verona

Il balcone più celebre del mondo ogni anno attira nel cortile della Casa di Giulietta oltre un milione di persone. Solo nel 2016 quasi 330mila visitatori vi si sono affacciati. Esso venne inserito nel complesso medievale appartenuto alla famiglia Dal Cappello - che nella tragedia shakespeariana diventò Capuleti - nel 1935 dal soprintendente Antonio Avena. L’usura del tempo aveva però reso necessario un intervento di recupero poiché da allora non era mai stato nemmeno ripulito.

Quella conclusasi nei giorni scorsi è quindi la prima opera di questo genere. Ad offrire gratuitamente il restauro, del valore di circa 40mila euro, è stata l’azienda veronese Tecnored, attiva in Italia e Spagna nel campo della deumidificazione e del consolidamento edile civile e monumentale. Suoi gli interventi al Teatro Olimpico di Vicenza, alla chiesa degli Eremitani di Padova, in molti monumenti spagnoli come il Palazzo del Pardo, e a Verona ha collaborato al restauro del ciclo del Falconetto a San Nazaro e del consolidamento statico del campanile della chiesa della Santissima Trinità. Ieri l’inaugurazione alla presenza degli assessori al patrimonio, Edi Maria Neri, all’edilizia monumentale, Luca Zanotto e della direttrice dei musei civici, Margherita Bolla.

«In tempi di scarse risorse», commenta l’assessore Neri, «è stato un dono molto gradito, tanto più che ci è stata assicurata anche la manutenzione. Ora il balcone gode di luce e veste nuove». Zanotto sottolinea «l’alta tecnologia che solo poche aziende possono vantare, utilizzata anche per il recupero statico del balcone». L’intervento vero e proprio di restauro, avviato dopo l’analisi conoscitiva, lo studio dei dati, le prove statiche e la caratterizzazione dei materiali, è durato tre giorni. A illustrarne le fasi è il restauratore Giordano Passarella. «Il balcone», spiega, «è formato da tre tipi di pietra di diversa porosità per cui, dopo la pulitura è stata fatta una velatura per rendere meno evidenti le diversità cromatiche. Inoltre», continua il restauratore, «è stata eseguita la sigillatura delle fessurazioni». A coordinare l’intervento è stato Ettore Napione, curatore delle collezioni d’Arte medievale: «Il balcone è un raro pezzo di palazzo duecentesco e il restauro è interessante anche dal punto di vista della ricerca storica».

«L’idea di donare il restauro», fa sapere Paolo Mariani, amministratore unico della Tcnored, «è nata due anni fa, in un clima di generale pessimismo abbiamo voluto dare un segnale positivo dal punto di vista simbolico e anche in tempi di crisi, l’amore resta un sogno universale».

La presentazione del restauto è anche l’occasione per fare il punto sull’intricata situazione della gestione del sito. «La Casa di Giulietta», sottolinea Neri, «va valorizzata di più e abbiamo tante idee al riguardo, proprio martedì ho ricevuto la visita di una società che ci ha fatto delle proposte. Quanto al cortile», aggiunge, «vogliamo arrivare a una soluzione che assicuri condizioni di sicurezza e massima fruibilità, e vogliamo metterlo a reddito... Il cortile ha vari comproprietari e per un sito così pregevole nessuno vuol farsi sfuggire una chance, ma la soluzione gioverà a tutti». E.S.

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