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Tutti tra i 96 e 97 anni

Eccidio di Cefalonia
Alla cerimonia
gli ultimi superstiti

Tutti tra i 96 e 97 anni
Cerimonia divisione Acqui (M.V. Adami)
Cerimonia divisione Acqui (M.V. Adami)
Cerimonia divisione Acqui (Adami)

I veronesi Dino Benedetti, Olindo Bussi, Andrea Girardi e Pietro Pulisci sardo ma proveniente da Arezzo e Gino Marchesin di San Stino di Livenza (Venezia), tutti tra i 96 e i 97 anni, sedevano in prima fila, davanti al palco delle autorità, guardando l'imponente monumento nazionale eretto nel 1966 in ricordo della Divisione Acqui.

 

Sono stati loro, i reduci acquini, con Luigia Cassandri Caleffi, 96 anni, moglie di Guido Caleffi, già presidente nazionale dell'associazione nazionale Divisione Acqui, i protagonisti della cerimonia svoltasi stamattina nel parco di circonvallazione Oriani per ricordare i 75 anni dall'eccidio di Cefalonia e Corfù. Molti i rappresentanti dell'associazione e dei gruppi combattentistici giunti da tutta Italia, insieme a plotoni dell'esercito, della guardia di finanza, dei carabinieri e dell'aeronautica militare, schierati per accogliere i reduci acquini e le autorità.

 

Sul palco il sottosegretario Raffaele Volpi, accompagnato dai generali Roberto Corsini e Giuseppenicola Tota, il sindaco di Verona Federico Sboarina, il presidente della Provincia Antonio Pastorello, il prefetto Salvatore Mulas, insieme al presidente nazionale dell'associazione Divisione Acqui Giuseppe Dal Piaz e di quello della sezione veronese Claudio Toninel, anche vicepresidente, e alcuni sindaci della provincia. Tra il pubblico giovani studenti della terza media delle scuole Betteloni che al termine della cerimonia hanno accompagnato i reduci acquini alla bandiera della Acqui per un saluto finale.

 

La mattinata si è conclusa per gli acquini con un pranzo sociale sulla terrazza del circolo ufficiali di Castelvecchio. Dopo l'8 settembre 1943, i soldati della Divisione Acqui vengono trucidati dai tedeschi, per aver scelto di non consegnare se stessi e le armi ai nazisti, alleati e improvvisamente nemici, in quegli spazi circoscritti dal mare tra Cefalonia e Corfù. Tra il 12 e il 26 settembre, secondo le stime dell'associazione, a Cefalonia muoiono in combattimento, nei primi giorni, 65 ufficiali e 1.250 sottufficiali e soldati che non si sono arresi ai tedeschi.

 

A Corfù cadono in circa 600. Nei giorni successivi vengono fucilati 325 ufficiali e cinquemila militari. Oltre tremila uomini muoiono dispersi in mare per l'affondamento delle navi che li stanno conducendo nei campi di prigionia. Oggi l'appello dei reduci veronesi si è accorciato: ci sono Dino Benedetti, 96 anni di Volargne (Dolcè), il coetaneo Francesco Faccioli, di Rosegaferro di Villafranca, Umberto Ferro, 97 anni, di Roverchiara, Mario Mich, 98 anni, originario di Trento, ma residente a Sona, Pietro Giuliari, quasi 98 anni, di Illasi e Andrea Gagliardi, 95 anni, di Malcesine e che abita a Lugagnano.

 

Infine Olindo Bussi, 97 anni, di Sorgà: l'8 settembre, conclusa una licenza, si trovava a Brindisi. Ma non fu imbarcato per via del mare mosso. Si salvò dall'eccidio e fu testimone della fuga di re Vittorio Emanuele III che dopo l'armistizio lasciò la capitale riparando a Brindisi. 

M.V.A.

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