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Da Agsm ad Agec

Dalla luna di miele
Croce sfiducia
il «suo» Niccolai

Da Agsm ad Agec
Croce con la moglie e a destra Niccolai
Croce con la moglie e a destra Niccolai
Croce con la moglie e a destra Niccolai
Croce con la moglie e a destra Niccolai

Dal Nepal, dove si trova in viaggio di nozze, Michele Croce annuncia una resa dei conti sul caso delle promozioni dei due dirigenti dell’Agec coinvolti nell’inchiesta sull’appalto delle mense scolastiche. Le accuse andavano dal falso in atto pubblico alla turbativa d’asta alla rivelazione di segreti d’ufficio. I due patteggiarono, rispettivamente, condanne a un anno e sei mesi e a un anno e 11 mesi.

«La mia luna di miele sta volgendo al termine e me ne sto accorgendo». L’annotazione di Croce, ex presidente dell’Agec, che interviene in veste di leader di Verona Pulita sul suo profilo Facebook, assomiglia ad un avvertimento e fa infatti presagire venti di guerra sulla testa del presidente dell’Agec Roberto Niccolai, esponente dello stesso movimento politico di Croce. Il presidente dell’Agsm dice di sentirsi chiamato in causa «rispetto alle prospettate promozioni di soggetti “patteggiati” (a seguito delle mie famose denunce del 2012) che sarebbero state decise e/o confermate e/o comunque non ostacolate sotto l’attuale presidenza Agec nella persona dell’ing. Niccolai. Se così fosse», aggiunge, «saremmo tutti sorpresi e rammaricati perché permettere che vengano promossi o premiati soggetti coinvolti nelle mie denunce in Agec (che patteggiarono pene per reati gravissimi) sarebbe, rispetto all’essenza stessa di Verona Pulita, incoerente, inaccettabile, ingiustificato e ingiustificabile».

E conclude, lasciando intendere che non c’è solo Niccolai nel mirino: «Al mio rientro appureremo, verificheremo, decideremo e risolveremo. In Agec così come in qualsiasi altro contesto». Rivolgendosi a volontari e amici, Croce ricorda che Verona Pulita è nata proprio «dalle storiche denunce del malaffare in Agec» e che «rimarrà sempre fedele alla propria storia e natura».

 

Federico Benini, consigliere comunale del Pd, nei giorni scorsi era tornato a sollevare la questione delle «promozioni inopportune» in Agec, chiamando in causa anche l’attuale gestione dell’azienda, dopo che il presidente Niccolai aveva dichiarato che si trattava di decisioni prese dalla precedente amministrazione. «Ma non sono questi», commenta adesso Benini, «i soli problemi che attendono il ritorno di Croce: ovunque Verona Pulita governi la gestione pecca, i conti scricchiolano e le decisioni languono: Amia, controllata di Agsm, sta vivendo forti difficoltà nella chiusura del bilancio, Agsm continua a rimandare le scelte sulle alleanze e Agec non riesce a impostare il suo piano industriale. È dunque positivo», conclude il consigliere del Pd, «che Croce abbia preso le distanze sulle promozioni in Agec, ora però si attendono fatti concreti perché finora abbiamo visto solo occupazione delle poltrone e una drammatica continuità con il passato».

Il post di Croce, come si vede, sta facendo discutere. «Il tono perentorio della comunicazione», afferma Michele Bertucco, «fa pensare che Niccolai abbia vita politica breve a capo di Agec».Il consigliere di Verona e Sinistra in Comune giudica però «singolare che a dettare la linea al sindaco Sboarina sia Michele Croce con il suo 5 per cento di bottino elettorale». E chiede: «Le nomine non competono forse al sindaco? La scomunica a distanza ci dice anche che le nomine continuano ad essere fatte sulla base della fedeltà politica».

E Alessandro Gennari consigliere del Movimento 5 Stelle parla di «maledizione» dell’Agec. «Proprio non si riesce ad avere quell’efficienza e quella competenza, tanto sbandierata in campagna elettorale, quando ad avere la presidenza sono lui o qualcuno di Verona Pulita». E aggiunge: «Se non fosse stato per il consigliere di minoranza che ieri ha permesso l’assegnazione degli alloggi, a fare le spese di queste diatribe sarebbero proprio gli svantaggiati e gli ultimi, che l’ex candidato sindaco andava a trovare nelle case popolari».

Enrico Santi

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