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Dalla città due richieste per il Catullo

Un aereo sulla pista dell’aeroporto Catullo. Ieri la Giunta di Palazzo Barbieri ha preso in esame il masterplan dello scalo villafranchese
Un aereo sulla pista dell’aeroporto Catullo. Ieri la Giunta di Palazzo Barbieri ha preso in esame il masterplan dello scalo villafranchese
Un aereo sulla pista dell’aeroporto Catullo. Ieri la Giunta di Palazzo Barbieri ha preso in esame il masterplan dello scalo villafranchese
Un aereo sulla pista dell’aeroporto Catullo. Ieri la Giunta di Palazzo Barbieri ha preso in esame il masterplan dello scalo villafranchese

Corsi e ricorsi storici. Un collegamento ferroviario dalla stazione di Verona Porta Nuova all’aeroporto Catullo, sulla linea Verona-Mantova, con “spanciamento” fino a Dossobuono e stazione al Catullo - e un casello sull’autostrada del Brennero, la A22, per facilitare l’accesso allo scalo alle automobili e per liberare di mezzi la viabilità secondaria. Sono le due principali opere chieste dal Comune nella delibera con le osservazioni e le richieste di mitigazioni ambientali, licenziata ieri dalla Giunta, sul masterplan, il piano di sviluppo aeroportuale 2015-2030. Dopo lustri si torna a riparlarne, ma per passare dalle parole ai fatti. Per lo sviluppo dello scalo e «cambiare marcia» come aveva detto il sindaco. L’Amministrazione comunale ha elencato nella delibera le numerose richieste nell’ambito del tavolo tecnico nato dall’Accordo territoriale, che è coordinato dall’Arpav (Azienda regionale per la prevenzione ambientale) e comprende anche i Comuni di Villafranca e di Sommacampagna. E poi la Provincia di Verona, l’Ente nazionale aeroporti civili (Enac) e la società di gestione dell’aeroporto Catullo di Villafranca. A illustrare le osservazioni il sindaco Federico Sboarina e l’assessore all’urbanistica e all’ambiente Ilaria Segala. FERROVIA. Al punto 9 della relazione tecnica allegata alla delibera si scrive che l’Amministrazione sottopone al tavolo tecnico i progetti «per il collegamento ferroviario con l’aeroporto di Verona (comprendente il territorio dei Comuni di Verona e di Villafranca), in quanto si ritiene un progetto di valenza strategica sia per lo sviluppo dell’aeroporto sia come benefici ambientali vista la notevole riduzione del traffico veicolare privato». Sboarina ricorda che la Regione Veneto, nel 2000, aveva redatto il progetto definitivo del sistema metropolitano di superficie tra Verona e Villafranca. E che nel 2003 Rete ferroviaria italiana ha inviato al Comune il progetto, sul quale Palazzo Barbieri si è espresso nel 2004 inviando a Regione e Rfi le proprie considerazioni e le richieste di opere compensative e di mitigazione ambientale, parzialmente accolte. La previsione nel 2003 era di 90 milioni, di spesa, che sarebbero nel tempo lievitati a un centinaio. CASELLO. «Io, il presidente della Provincia Pastorello e il presidente della Camera di Commercio Riello, amministratore di Aerogest - che riunisce i soci pubblici del Catullo - di cui abbiamo il 9 per cento, abbiamo inviato un mese fa una lettera all’assessore regionale ai trasporti Elisa De Berti per rilanciare il progetto del casello per il Catullo sulla A22, di cui da anni non si è più parlato», aggiunge Sboarina, e L’Arena lo aveva anticipato. Sul casello, dice la relazione, «è stata già trovata un’intesa per la localizzazione, per facilitare l’accesso all’aeroporto. L’intera viabilità di accesso potrà essere adeguata per aumentare gli standard di sicurezza, i livelli di servizio o per consentire l’ampliamento del sedime aeroportuale». Il casello per l’aeroporto, «che sarebbe utile anche per l’interporto del Consorzio Zai al Quadrante Europa», spiega il sindaco, secondo una stima del 2011 dell’Autobrennero costerebbe 33,6 milioni; oggi sui 35 circa. «E stavolta», conclude Sboarina, «vogliamo che queste opere si facciano». •

Enrico Giardini

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